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E' vivo Arkadij Babchenko, il giornalista dato per morto

Arkadij Babchenko

Si pensava fosse stato assassinato a Kiev. Al contrario, Arkadij Babchenko è vivo ed è apparso in conferenza stampa con il capo

Sono risultate controverse e poco chiare le ultime notizie circolanti sul conto di Arkadij Babchenko. Il giornalista russo, ostile al Presidente Putin, era stato dato per morto nella giornata di martedì 29 maggio. Nell’arco delle 24 ore successive sono giunte continue conferme e smentite. La sua comparsa in una conferenza stampa non lascia alcun dubbio: Arkadij Babchenko è vivo.

Il giornalista Arkadij Babchenko è vivo

Colpo di scena: il giornalista russo dato per morto è vivo e appare in conferenza stampa a Kiev. Il giornalista è apparso sano e salvo. Erano state le autorità ucraine a decretarne la morte, diffondendo la notizia. Secondo i servizi segreti del Paese si è trattato di una messa in scena pianificata per sventare l’assassinio.

“Sono ancora vivo”, con queste parole Babchenko presentando in conferenza davanti agli increduli colleghi. Martedì sera la polizia ucraina aveva diffuso la notizia della sua uccisione, confermata in mattinata dalla stessa moglie, in realtà risultata ignara ai fatti. Durante la riunione, Arkadij si è scusato con lei “per l’inferno” che le ha fatto passare negli ultimi due giorni. Poi ha chiesto scusa a tutti i colleghi che avevano pianto la sua morte.

Arkadij Babchenko

La reazione dei colleghi

Lacrime di gioia da parte dei colleghi. Increduli al momento del suo ingresso in redazione, i suoi compagni si sono lasciati andare in un pianto commosso e struggente.

L’omicidio di Babchenko sarebbe stato commissionato al prezzo di 40mila dollari. La notizia viene da Vassilij Gritsak, il capo dei Servizi segreti ucraini (Sbu). Loro sarebbero venuti a conoscenza del piano con largo anticipo, ben due mesi fa. L’uomo incaricato di organizzare l’omicidio era di nazionalità ucraina e sarebbe stato arrestato nella mattinata di mercoledì 30 maggio. Babchenko, invece, sarebbe stato coinvolto nell’operazione speciale un mese fa.

L’opinione pubblica e mediale risultano divise. In molti tirano un sospiro di sollievo, ma è fortemente diffuso un senso di profonda indignazione. “Rsf esprime la sua più viva indignazione nello scoprire della manipolazione compiuta dai servizi segreti ucraini per la loro guerra dell’informazione”, ha commentato il segretario di Reporter senza frontiere. Ha poi commentato: “È sempre profondamente pericoloso che degli Stati giochino con i fatti e per di più sulle spalle dei giornalisti”.

La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha scritto su Facebook: “Il fatto che Babchenko sia vivo è una grande notizia, è un peccato che altri casi non fossero una messa in scena. Quindi, ha detto duramente: “È ovvio che faceva parte del piano usare la storia per fini di propaganda“. In mattinata il premier ucraino Volodymyr Groysman aveva accusato Mosca dell’omicidio. Infatti, aveva scritto sul proprio profilo Facebook: “Sono sicuro che la macchina del totalitarismo russo non gli ha perdonato la sua onestà e le sue posizioni di principio”.