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Lettera Ue, Tria smentisce: "La risposta non è ancora pronta"

Giovanni Tria

Il Mef ha fatto sapere che il testo è ancora in fase di preparazione, smentendo quello diffuso sul web.

E’ giallo sulla riposta dell’Italia alla lettera con cui l’Unione Europea chiedeva chiarimenti sul deficit. Nel pomeriggio di venerdì era infatti circolata in rete la notizia dell’invio della risposta da parte del ministro Tria. Il Mef ha però prontamente smentito il tutto, affermando che la lettera è ancora in fase di preparazione. “Il Mef smentisce nel modo più categorico le notizie di stampa che anticiperebbero i contenuti della lettera che il ministro Tria si prepara ad inviare alla Commissione europea. Tali contenuti non corrispondono alla realtà, come si potrà constatare quando si prenderà visione della lettera che sarà firmata dal ministro e inviata a Bruxelles”. Così recita la nota con cui il ministero si discosta completamente dalle anticipazioni trapelate.

I presunti tagli alla spesa

Secondo quanto circolato, Tria avrebbe preparato la risposta all’Ue preannunciando “revisioni della spesa per le nuove politiche in materia di welfare nel periodo 2020-2022″. Nel contenuto divulgato sul web si leggeva inoltre che “le nuove entrate non tributarie sembrano destinate a superare le previsioni e l’utilizzo delle nuove politiche del welfare. Di conseguenza, le ultime proiezioni del governo indicano che il disavanzo dovrebbe assestarsi al di sotto delle previsioni della Commissione e che la variazione del saldo strutturale dovrebbe essere conforme al Psc”. Queste parole però sembrano non essere mai state scritte da Tria, il quale ha fatto sapere che il testo è ancora in fase di elaborazione.

Critiche dal M5s

Il presunto testo della lettera aveva scatenato anche la rabbia di Di Maio, il quale aveva accusato Tria e la Lega di aver estromesso i 5 Stelle: “E’ stata preparata dal ministro Tria con la Lega. Il Movimento 5 stelle non ne sa nulla, non ce ne siamo occupati e non è stata una decisione condivisa con noi” aveva detto prima di aggiungere: “Sicuramente noi non tagliamo le spese sociali, né il redditto né quota 100″.