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Tassa sulla fortuna: cosa cambia per le vincite a lotterie e slot

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Come cambierà la tassa sulla fortuna dal 2020: le ultime novità nella Manovra.

La tassa sulla fortuna continua a far parlare di sè all’interno della Manovra economica. Il provvedimento stabilisce di fatto l’aliquota da pagare sulle vincite derivanti dai giochi, rivista però al rialzo: il prelievo sarà infatti del 15% e sarà applicato direttamente a tutte le vincite superiori i 200 euro. Rivista quindi nuovamente la norma, che in un primo momento prevedeva l’applicazione solo alle cifre superiori a 500 euro oltre alla tassa dell’1,9% sulle microvincite.

Tassa sulla fortuna: cosa cambia

La tassa rientra nella legge fiscale e proprio grazie ad un correttivo è stata eliminata la cosiddetta “tassa sul biliardino” che avrebbe imposto l’obbligo di iscrizione al Registro unico degli operatori del gioco pubblico per tutti gli apparecchi simili. Sono infatti stati esentati tutti quegli apparecchi come biliardini, gru per vincere palloni, pelouche e più in generale tutti quei sistemi che non consentono di vincere denaro. Tale decisione fa seguito all’invito di tutti quei gestori che consentono ai loro clienti di giocare per brevi periodi durante l’anno e non erogano vincite in denaro.

L’aliquota sulle vincite

La grande novità riguarda la tassazione delle vincite. È infatti prevista un’aliquota unica per le vincite superiori a 200 euro. Nel Ddl era prevista una tassa anche sulle microvincite per le quali era previsto un prelievo dell’1,9% dal 1 maggio 2020 e dell’1,3% dal 1 gennaio 2021 per le quote superiori a 500 euro. Dal 1 maggio 2020, però, la parte di vincita superiore a 200 sarà soggetta a un prelievo del 15%, aumentato rispetto al precedente 12%. Stessa aliquota anche le vincite eccedenti i 500 euro incassati da Gratta e Vinci, lotterie nazionali, Enalotto e Superstar.