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Emiliano segretario del Pd? Secondo la legge no. Si decide il 6 aprile

michele emiliano

Michele Emiliano, candidato segretario Pd, è un magistrato fuori ruolo e secondo le norme non potrebbe iscriversi a un partito. Ad uscire vincitore dalle primarie del Partito Democratico potrebbe essere il presidente della Puglia Michele Emiliano. Dopo avere minacciato - annunciato in modo aperto,...

Michele Emiliano, candidato segretario Pd, è un magistrato fuori ruolo e secondo le norme non potrebbe iscriversi a un partito.

Ad uscire vincitore dalle primarie del Partito Democratico potrebbe essere il presidente della Puglia Michele Emiliano. Dopo avere minacciato – annunciato in modo aperto, in realtà – la scissione, Emiliano è tornato sui suoi passi e ha deciso di sfidare Matteo Renzi. Chi rinuncia a combattere, ha detto, ha già perso in partenza.

Il prossimo 30 aprile, uno fra Matteo Renzi, Michele Emiliano, Andrea Orlando e Carlotta Salerno diventerà il nuovo segretario del Pd. Nel caso di Emiliano, però, potrebbe esserci un problema.

La particolare situazione di Michele Emiliano

Il presidente della Puglia è infatti un magistrato. Non ex, perché, in via ufficiale, non ha mai lasciato la magistratura, pur occupandosi in maniera “sistematica e continuativa” di attività politica all’interno del Partito Democratico. Il virgolettato viene direttamente dal Consiglio Superiore della Magistratura, l’organo che il prossimo 6 aprile si riunirà per deliberare in via definitiva circa la situazione del candidato segretario Pd.

In termini pratici: Michele Emiliano è un magistrato in posizione di “fuori ruolo”, ovvero che ha sospeso in via temporanea la sua attività. In questa situazione, secondo la normativa attuale (in particolare il Decreto Legislativo n.° 109 del 2006), Emiliano non potrebbe né iscriversi a partiti politici, né, tanto meno, ricoprire incarichi dirigenziali di alcun genere.

Magistrato fuori ruolo e segretario nazionale del Pd

La sospensione dall’attività di magistrato risalirebbe al 2004, mentre la sua prima iscrizione al Pd è datata 2007. A quello stesso anno risale il primo incarico dirigenziale, nello specifico quello di segretario per la regione Puglia del Partito Democratico. Al momento, Emiliano è presidente della regione Puglia, è iscritto al Pd, fa parte della segreteria regionale (sempre per la Puglia) del Pd ed è candidato segretario nazionale.

Come potrebbe chiudersi il procedimento

Il procedimento nei confronti di Emiliano è iniziato nel 2010 e, al tempo, il diretto interessato rilasciò questa dichiarazione: “se il Consiglio Superiore della Magistratura riterrà che effettivamente sussista una violazione disciplinare non esiterò a prendere le decisioni necessarie, optando a quel tempo tra le dimissioni dalla magistratura ovvero le dimissioni dal partito, a seconda di ciò che riterrò più opportuno alla luce dell’eventuale verdetto”.

In caso di condanna, Emiliano potrebbe patire una sospensione di due anni dall’incarico di magistrato unita a una perdita di anzianità. La pena più lieve potrebbe essere un semplice ammonimento. L’esito del procedimento non è affatto scontato, perché si tratta di valutare di fatto il diritto di un magistrato di partecipare alla vita politica. Come ha avuto modo di evidenziare lo stesso Emiliano, “l’accusa non regge perché è fondata sull’idea sbagliata che ci siano due categorie di politici: i magistrati che devono far politica da soli e gli altri che possono farla nei partiti”.