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Vulcano Semeru in piena eruzione: ponte travolto da colonna di cenere e flussi piroclastici

eruzione vulcano Semeru

Nuove eruzioni del vulcano Semeru: villaggi circostanti sotto la minaccia di cenere e flussi piroclastici a chilometri di altezza.

Il vulcano Semeru, in Indonesia, è tornato in eruzione con violenza, lanciando colonne di cenere e flussi piroclastici fino a oltre 8 chilometri d’altezza. Le autorità indonesiane hanno immediatamente elevato l’allerta al massimo livello e avviato le evacuazioni per proteggere la popolazione dei villaggi circostanti dai rischi legati all’attività vulcanica.

Massima allerta per il vulcano Semeru all’isola di Giava

Le autorità indonesiane hanno innalzato al livello più alto l’allerta per il Monte Semeru, il vulcano più alto dell’isola di Giava, dopo una violenta eruzione che ha lanciato colonne di cenere e materiale piroclastico fino a oltre 8 chilometri d’altezza. L’evento, registrato alle 14:13 locali (8:13 in Italia), ha spinto le autorità a vietare ogni attività in un raggio di otto chilometri dal cratere, per proteggere la popolazione dal rischio di caduta di rocce e flussi caldi.

L’agenzia indonesiana per la gestione delle catastrofi ha confermato che le operazioni di evacuazione sono in corso e che la situazione è monitorata in tempo reale, anche se molte webcam posizionate sul versante sud-orientale del vulcano sono state distrutte dai flussi piroclastici. Nonostante l’emergenza, l’aeroporto internazionale Ngurah Rai, sull’isola di Bali, resta operativo.

Situato nella “cintura di fuoco” del Pacifico, l’Indonesia ospita circa 130 vulcani attivi e subisce frequenti scosse sismiche, rendendo l’attività vulcanica una minaccia costante. Già nel 2021, un’eruzione del Semeru aveva provocato oltre 50 vittime e danneggiato più di 5.000 abitazioni, sottolineando il pericolo che il vulcano rappresenta per le comunità locali.

Eruzione impressionante del vulcano Semeru: investito un ponte colonna di cenere alta oltre mezzo km

L’eruzione del Semeru ha prodotto ripetute esplosioni con colonne di cenere e frane calde che hanno percorso chilometri lungo il corso del fiume Kali Lanang. La prima colonna di cenere si è innalzata di circa 600 metri sopra la vetta e, sospinta dal vento, ha interessato i villaggi circostanti, con ricaduta di polvere vulcanica. La situazione si è aggravata con il peggioramento delle condizioni atmosferiche e con un’eruzione secondaria che ha generato ulteriori nuvole calde visibili sia dalle osservazioni sul campo sia dalle telecamere di monitoraggio.

Tra i danni più significativi, un ponte locale è stato investito dai flussi piroclastici, compromettendo la viabilità e complicando le operazioni di evacuazione. La popolazione è stata invitata a mantenersi a una distanza di 2,5 chilometri e lontana dai corsi d’acqua provenienti dal cratere e dalla cosiddetta “zona rossa”, più esposta ai rischi dell’attività vulcanica.