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Esame patente A, il governo pronto a nuove modifiche: cosa cambia

Patente

Enrico Giovannini, ha annunciato che il governo sta esaminando la possibilità di modificare le modalità di esame e validità della patente.

Enrico Giovannini, ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, ha annunciato che il governo ha in mente alcune modifiche che riguardano le modalità di esame e validità della patente

Le decisioni del governo

Si fanno ulteriori passi in avanti verso la completa realizzazione dello Sportello telematico dell’automobilista, per sbrigare le pratiche auto da casa, davanti ad un Pc. Lo strumento, in vigore dal 2000, ha semplificato la vita a molte persone, ma con il via libera del governo al Dpr sarà possibile seguire la strada della dematerializzazione e l’interoperabilità delle banche date. “Così aiutiamo ogni automobilista del Paese a fare presto e bene ogni tipo di pratica amministrativa, con risparmio di tempo e denaro” ha commentato il ministro della Pa, Renato Brunetta. In un futuro potrebbe essere possibile effettuare il cambio di proprietà di un’autovettura online, con una comunicazione virtuale tra venditore e acquirente, evitando le file degli uffici. 

Le modifiche previste per l’esame della patente A

Enrico Giovannini, ministro delle Infrastrutture e della Mobilità, ha annunciato che il governo sta esaminando la possibilità di modificare le modalità di esame e validità della patente. “In particolare per gli esami per il conseguimento della patente A in quanto l’accesso progressivo alla patente A non ha mostrato alcun effetto positivo sulla sicurezza stradale pur comportando un onere amministrativo notevole” ha dichiarato il ministro. Parlando in Commissione Trasporti della Camera sulle problematiche della motorizzazione civile, il ministro ha spiegato che con il decreto ministeriale dello scorso 27 ottobre, è stato ridotto il numero dei quesiti delle prove di esame per la patente da 40 a 30, comprimendo i tempi di gestione da 30 a 20 minuti. “Questo ha permesso di incrementare fino al 20% il numero di sedute giornaliere presidiate da ogni esaminatore, senza che questo determini un peggioramento della qualità dell’esame” ha spiegato Giovannini.