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La storia del senzatetto che dona gli ultimi 20 euro è falsa

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Con una campagna su GoFundMe hanno intascato circa 400mila dollari, ma è una truffa. Il finto senzatetto e i due complici rischiano 10 anni

La storia è quella di Johnny Bobbit, un clochard che avrebbe aiutato una ragazza, Kate Mclure, rimasta con l’auto in panne su una strada statale a Philadelphia. L’auto non aveva più benzina e a Kate non rimaneva denaro per pagarla. Così l’uomo le ha regalato gli ultimi 20 dollari che aveva, senza pretendere nulla in cambio. Tuttavia, la vicenda del “senzatetto” generoso e altruista, capace di commuovere il web e milioni di internauti di tutto il mondo, è falsa.

Falsa la storia di generosità di un senzatetto

Alla commovente storia del senzatetto senza più un dollaro era seguita una raccolta fondi da donare al clochard attraverso la piattaforma GoFundMe. Erano stati raccolti in tutto 400.000 dollari. A promuovere tale campagna è stata una coppia di fidanzati americani. Era il 2017. In realtà, stando a quanto emerso dalle indagini degli inquirenti, il senzatetto e i fidanzati erano complici. Il fatto raccontato per commuovere i benefattori era tutto inventato.

Dalle indagini, infatti, sembrerebbe che anche Bobbit abbia avuto un ruolo nella storia. I tre pare fossero conoscenti e avrebbero organizzato la truffa scientemente. “D’amico, McClure e Bobbit hanno collaborato per creare una storia triste che facesse leva sui sentimenti delle persone per indurli a donare soldi. Ma era tutta una farsa e la cosa avrà conseguenze legali“. Così ha commentato in una conferenza stampa il procuratore della Contea di Burlington, Philadelphia. I tre si erano incontrati un mese prima e avrebbero organizzato la truffa. Stando alle prime dichiarazioni, Kate e il fidanzato Marc incontrarono Bobbit proprio sull’interstatale che avrebbe poi fatto da sfondo alla storia. Hanno escogitato la truffa e l’hanno proposta a Johnny, per poi promettergli una parte del denaro raccolto dall’iniziativa benefica. A Bobbit sarebbero andati precisamente 75.000 dollari di quelli raccolti dai benefattori. Tutti e tre rischiano ora una pena detentiva fino a 10 anni per truffa e per aver mentito alle autorità giudiziarie.