> > Trump telefona a Conte, stop alle esenzioni sull'import di petrolio

Trump telefona a Conte, stop alle esenzioni sull'import di petrolio

Trump telefona a Conte, stop esenzioni sul petrolio

La Casa Bianca annuncia lo stop alle esenzioni sull'importazione di greggio dall'Iran. Teheran risponde: "Chiuderemo lo Stretto di Hormuz".

“Ho parlato con il primo ministro italiano, Giuseppe Conte”. Ad annunciarlo è il presidente americano Donald Trump, tramite il proprio profilo Twitter. “È stata una telefonata molto buona”, assicura il tycoon, durante la quale i due leader hanno discusso “soprattutto a proposito di immigrazione, tasse, commercio ed economia di entrambe le nazioni”. Nelle stesse ore è stata diffusa anche la notizia del mancato rinnovamento, da parte degli Usa, delle esenzioni sull’import del petrolio dall’Iran.

Tensione Usa-Iran

Tutto cambierà a partire da maggio, data in cui scadranno le esenzioni che al momento consentono a otto Paesi, tra cui l’Italia, di acquistare il petrolio da Teheran senza andare incontro a sanzioni. La Casa Bianca, informa Tgcom24, ha però intenzione di non rinnovarle, al fine di porre fine all’export di greggio iraniano, esercitando la “massima pressione” e “negando al regime la sua principale fonte di entrate”. Non si è fatta attendere la risposta di Teheran, che ha minacciato la prossima chiusura dello Stretto di Hormuz, collegamento tra il Golfo dell’Oman e il Golfo Persico. In questo tratto di mare transita la quasi totalità del greggio. È “una rotta di navigazione internazionale e, se ci verrà vietato di usarla, la chiuderemo. Se ci saranno minacce, non avremo altra scelta che difendere le nostre acque”, ha annunciato Alireza Tangsiri, comandante della Marina del Corpo della Guardia rivoluzionaria iraniana.

Critiche dalla Cina

I Paesi che, oltre all’Italia, subiranno le conseguenze dello stop alle esenzioni sono Grecia e Taiwan (che, come Roma, avevano già cominciato a ridurre le importazioni), India, Giappone, Turchia, Corea del Sud e Cina. Proprio da Pechino arriva una dura critica alla decisione dell’amministrazione Trump. Geng Shuang, portavoce del Ministero degli Esteri cinese, ha dichiarato che il governo reputa “ragionevoli e legittimi” gli accordi esistenti con Teheran e che per questo si opporrà alle “sanzioni unilaterali e alla giurisdizione ad ampio raggio”. Reagiscono anche i mercati, con il prezzo del greggio che ha raggiunto prezzi mai toccati negli ultimi sei mesi.