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Ceuta, la nuova frontiera verso l'Europa

Da Sos Mediterranèe, migranti

In Spagna li chiamano negros, indicando i corpi che galleggiano in mare, perché in Andalusia si sa che los negros no pueden nadar, non sanno nuotare.

Nella notte si raccolgono i cadaveri nel mare, i corpi di chi ha tentato di “dar el salto” come si dice da queste parti, scavalcando le barriere che separano l’Africa dall’Europa. Le rotte più utilizzate e più note dai migranti vanno dalla Libia all’Italia attraverso il canale di Sicilia e dalla Turchia passando per Bodrum fino in Grecia. Ci sono però altre vie, meno note, nell’ombra ma altrettanto battute: stiamo parlando di quelle di Ceuta e Melilla, vere e proprie enclavi spagnole su territorio marocchino, avamposti europei a nord dell’Africa. La prima guarda dritta negli occhi Gibilterra, la seconda si trova più a est, vicino a Orano. Ma è proprio a Ceuta che accade il peggio.

Da Ceuta all’Europa

In Spagna li chiamano negros, indicando i corpi che galleggiano in mare, perché in Andalusia si sa che los negros no pueden nadar, non sanno nuotare. A nord del Marocco è come se un pezzo di Europa si fosse trasferito in Africa. I turisti ci sono e sono gli stessi che si fanno pochi problemi a nuotare nello stesso mare che la notte precedente ha lavato i corpi senza vita dei migranti.

Sopra il porto di Ceuta, una montagna, la mujer morta che sorveglia il territorio dall’alto, accompagnata da barriere affilate, scintillanti sotto i raggi del sole. Dal 2018 al 2019 le regole sono cambiate, e se prima si tentava il viaggio via mare, oggi per superare la frontiera si assaltano i camion e gli autotrasportatori, gli stessi che poi verranno reindirizzati in Europa sulle navi cargo.

Sono nascosti in doppi fondi, accalcati sotto i mezzi in zattere di legno improvvisate, c’è anche chi si è sepolto sotto le macerie dei tir che trasportano rifiuti speciali e chi invece ha scelto di nascondersi dentro ai materassi aperti e poi abilmente ricuciti, come mummie nei sarcofagi. Per “sfondare” i container si tagliano i teloni dei mezzi pesanti, per nascondersi opportunamente si opta per la parte inferiore dei convogli (anche se al fiuto dei cani non si può scappare).

Ceuta è divenuta ormai terra di conquista, perlustrata e messa in sicurezza dalla Guardia Civil che batte la frontiera e organizza blitz nell’area portuale. Decine e decine di casi di fermo al giorno. Chi viene catturato viene condotto in ospedale e subito dopo in un centro di detenzione, pronto all’espulsione e ricondotto in Niger, o nel Mali, o nel Darfur, perché tutta l’Africa subsahariana sta per dare l’assalto alla Spagna e questo è solo il principio.