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Mago Mandrake tenta il trucco di Houdini ma non riemerge dal fiume

mago mandrake

Il primo tentativo nel 2013 si era concluso con successo nonostante le contestazioni. La seconda volta, invece, il mago non è riemerso.

“Se riesco a liberarmi, sarà magico. Se non potrò farlo, sarà tragico”. Sono state le ultime parole di Chanchal Lahiri, in arte mago Mandrake, prima di farsi calare in acqua con gambe e braccia legate con un lucchetto. Il mago, infatti, voleva ritentare il trucco di Houdini: qualcosa, però, non è andato per il verso giusto e l’uomo non è riemerso.

Il trucco di Houdini

Il primo tentativo è avvenuto nel 2013, a Nuova Delhi: mago Mandrake si era fatto calare nelle acque dello stesso fiume, l’Hoogly a Calcutta nello stato occidentale del Bengala, in India. L’uomo era incatenato con dei lucchetti sulle braccia e sulle gambe e si trovava all’interno di una gabbia di vetro. Dopo 29 secondi di tensione, però, era riemerso libero dalle catene. In quell’occasione il mago era stato beccato mentre usciva utilizzando una porta laterale ben visibile. Perciò aveva deciso di ritentare: la seconda volta, però, non è riuscito a riemergere. Molte persone erano accorse per non perdersi la scena e si erano stipate sul noto ponte Howrah. Vedendo che il mago non riemergeva dal fiume, però, hanno subito allertato la polizia. La squadra di sommozzatori giunta sul posto ha tentato di recuperare il corpo del mago 41enne, ma non ha trovato nulla. Un agente della polizia ha dichiarato che Mandrake non può essere reputato morto fino a quando non sarà rinvenuto il corpo.

Le ultime dichiarazioni

Il fotografo del giornale locale, Jayant Shaw, sostiene di aver parlato con il mago Mandrake poco prima del suo secondo tentativo. “Gli ho chiesto perché volesse rischiare la sua vita, lui mi ha risposto voleva far rivivere l’interesse per la magia“.