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Nuovo rinvio della Brexit, Boris Johnson sconfitto in Parlamento

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Il Parlamento britannico ha votato un emendamento per il rinvio del voto finale sull'accordo per la Brexit, sconfiggendo il governo di Boris Johnson.

Le trattative sulla Brexit incontrano l’ennesimo rallentamento, dopo che nella giornata del 19 ottobre il Parlamento britannico ha votato un emendamento per il rinvio della votazione finale sull’accordo tra Regno Unito e Unione Europea. Il voto del Parlamento segna una netta sconfitta per il governo del Primo Ministro Boris Johnson, che spera ancora in un’approvazione dell’accordo entro il giorno limite del 31 ottobre, data ufficiale della Brexit. L’emendamento di oggi è stato presentato in maniera trasversale ai partiti ed approvato con 322 voti a favore contro 306 contrari.

Rinvio della Brexit, sconfitto Boris Johnson

Nonostante la votazione favorevole, l’esecutivo ha però annunciato di voler avviare le procedure per un rinvio del voto finale e che l’accordo verrà nuovamente sottoposto a votazione questo lunedì 21 ottobre. L’annuncio in questione è stato fatto dal coordinatore dei lavori parlamentari del governo Jacob Rees-Mogg, fedelissimo di Johnson e strenuo sostenitore della Brexit.

Secondo una precedente mozione infatti – il Benn Act – Boris Johnson sarebbe costretto a chiedere un rinvio della Brexit dato che il Parlamento ha votato contro l’accordo finale con l’Ue quando ormai era scaduto il limite del 19 ottobre per le votazioni su di esso. Lo scorso giovedì 17 ottobre infatti il Regno Unito e l’Ue erano riusciti a giungere ad un accordo dopo mesi di trattative e dopo che si era fatto sempre più concreto il rischio di un uscita dall’Europa con un cosiddetto “No deal”.

Le opzioni sul tavolo delle trattative

Se la posizione del Premier dovesse rimanere quella odierna, Boris Johnson starebbe di fatto violando una legge approvata dal Parlamento. Per ovviare a questa situazione è probabile che il governo non rinvii la Brexit fino al 31 gennaio ma si limiti ad una posticipazione tecnica di poche settimane. Un’altra ipotesi è che sia lo stesso speaker della Camera dei Comuni John Bercow a prendersi carico del rinvio, ma al momento non sono giunte dichiarazioni dal diretto interessato.