> > La protesta non si ferma: un milione di persone in piazza in Cile

La protesta non si ferma: un milione di persone in piazza in Cile

proteste cile

Proteste in Cile, le manifestazioni non si fermano. A Santiago scese in piazza un milione di persone. Il presidente su Twitter: "Abbiamo capito".

Manifestazioni in Cile, la protesta non si ferma. A Santiago più di un milione di persone in piazza in quella che sarà ricordata come la più grande manifestazione nella storia del Paese. Interviene il presidente su Twitter: “Abbiamo capito”.

Un milione in piazza in Cile

La Marcha más grande de Cile, verrà così ricordata la più grande manifestazione nella storia del Cile. A Santiago, in Plaza Italia, presenti circa un milione e duecentottantamila persone, numeri registrati anche in altre le piazze del Paese. Questa la risposta del popolo cileno alle manovre del Governo su coprifuoco e violazioni dei diritti umani, compiute negli ultimi giorni dall’Esercito e dai carabineros. Una manifestazione convocata nella serata di giovedì 24 ottobre, che ha dato il via alle 17 in punto, nella giornata di venerdì 25 ottobre, una delle più grandi dimostrazioni di forza e unità pubblica della storia civile. “Allontanare le forze armate dalle strade”; “cancellare tutte le leggi che sono state fatte contro il popolo”; e “convocare un’assemblea costituente per chiedere una nuova costituzione”, questi i tre obiettivi dichiarati ad agitare le piazze, ma è chiaro come alla base ci sia il malcontento del popolo verso il presidente Sebastián Piñera. Proprio quest’ultimo, in tarda serata, tra le imponenti immagini a mostrare la protesta, si era espresso su Twitter: “La folla gioisa e pacifica sfila con i cileni che chiedono un Cile più giusto e solidale, questo apre un grande cammino di avvenire e di speranza. Abbiamo capito il messaggio”. Parole a cui si sono accostate quelle della presidente del governo regionale Karla Rubilar: “E’ stato un’incredibile trionfo dei cittadini”.

Una protesta in aumento

Le prime proteste sono cominciate a inizio ottobre, in modo pacifico, proprio da parte degli studenti all’annuncio dell’aumento del costo del ticket della metropolitana, cui erano seguite le parole del ministro dell’Economia Juan Andrés Fontaine: “Se volete risparmiare, alzatevi all’alba e prendete la metro prima, fuori dall’ora di punta, a una tariffa più bassa”, in una sorta di proposta – imposta – alla popolazione di alzarsi prima e tornare dopo per continuare a pagare la stessa cifra del biglietto. Tali parole hanno sortito l’effetto di alzare il livello dello scontro e delle proteste, contro le quali lo Stato ha reagito imponendo lo stato d’emergenza, il coprifuoco e riportando la paura vissuta ai tempi i Pinochet tra la gente. L’aumento di questa sinistra sensazione ha innalzato ancora di più l’intensità delle proteste, che hanno raggiunto il picco nella giornata di venerdì e che, nonostante i tentativi del presidente di stemperare il clima politico, sembra non toccare le piazze del Paese, sordo alle parole di Piñera. Gaffe e informazioni private malamente diffuse hanno poi incendiato definitivamente gli animi della popolazione, mostrando il vero lato del profondo conflitto interiore maturato negli anni tra élite e cittadini. Quella di venerdì, nonostante tutto, è stata una delle manifestazioni più pacifiche dell’ultime settimane, tra studenti e giovani che hanno ripreso parte delle informazioni private circolate per deridere il presidente e consorte. In piazza fino a tarda notte, e approfittando anche dello slittamento del coprifuoco, la normalità appare ancora molto lontana: a manifestazione conclusa, le frange violente del movimento hanno messo a ferro e fuoco la piazza principale, rigettando la situazione nel caos conosciuto – e visto – nei giorni scorsi.