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Bimbo di 11 mesi non smette di piangere: nonni lo gettano nella stufa

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E' finito tra le fiamme della stufa perchè non smetteva di piangere. In Russia, due nonni bruciano vivo il nipotino di 11 mesi.

Omicidio in Russia. Nonni gettano bimbo di 11 mesi nella stufa bruciandolo vivo. L’orribile vicenda che arriva dal villaggio di Kharoy e che ha scioccato l’intera comunità, lasciando senza parole la madre del piccolo, incredula per quanto accaduto.

Terribile omicidio in Russia

Non si spiega quanto accaduto la mamma del piccolo Maxim Sagalakov, di 11 mesi. Un bimbo morto per colpa delle mani dei nonni, i quali avrebbero dovuto accudirlo nel mentre che la madre era fuori casa, e che invece lo hanno ucciso nella maniera più brutale possibile. Zhanna Miyagasheva, 43 anni, e il marito Alexander Miyagashev, 48, sono stati condannati venerdì 31 gennaio rispettivamente a 9 e 15 anni per aver bruciato vivo il piccolo Maxim in un stufa, gettandolo ancora vivo tra le fiamme nella loro casa in un villaggio di Kharoy, in Russia. Un crimine talmente orribile che li ha portati direttamente sotto processo, e che ha sconvolto l’intera comunità. Secondo le ricostruzioni degli agenti, la coppia stava facendo da babysitter al loro nipotino, quando il pianto del piccolo avrebbe infastidito la nonna che, ubriaca, l’avrebbe strangolato facendogli perdere i sensi. A quel punto il marito avrebbe preso il corpicino di Maxim gettandolo nelle fiamme. In seguito, l’esame del medico legale avrebbe stabilito che Maxim era ancora vivo quand’è stato gettato nella stufa, e che sarebbe morto per ustioni sul 100% del corpo e per avvelenamento da monossido di carbonio. “Il medico legale ha spiegato che prima di essere messo nella stufa il bambino aveva il battito cardiaco. Respirava e aveva una temperatura corporea normale. C’erano ancora segni di vita”, avrebbe dichiarato il giudice Viktor Galimov leggendo la sentenza.

Una famiglia distrutta

Al momento della sentenza presente in aula anche la madre del piccolo, la 21enne Viktoria Sagalakova, la quale avrebbe ritrovato il corpo del piccolo una volta rientrata in casa. In tribunale un velo di dolore, incapace di pronunciare alcuna parola se non di mostrare l’incredulità di quanto accaduto. Quest’ultimi avrebbero provato a difendersi davanti al giudice, scaricando la colpa l’uno sull’altro: “Dormivo – avrebbe dichiarato Zhanna – Come avrei potuto fare questo al mio amato nipote? L’ultima volta che l’ho visto era vivo e vegeto”. Dall’altra parte il marito Alexander avrebbe negato di aver gettato Maxim nella stufa, difendendosi: “Vostro Onore, non l’ho ucciso. Lei lo ha ammazzato. Ho fumato, sono andato a dormire, poi sono andato in bagno. Quando sono tornato mi ha detto: ‘Ho ucciso nostro nipote’”. Intervenuto in una tv russa, il vicino di casa Evgeniy Borgoyakov avrebbe dichiarato: “Il nonno era sempre ubriaco. In passato aveva gettato dentro quella stufa gatti e cani. Lo ha fatto anche con suo nipote”.