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Buenos Aires, inscena il suicidio della fidanzata: rischia ergastolo

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Un 22enne di Buenos Aires, dopo aver ucciso la fidanzata, ne inscena il suicidio. L'autopsia però incastra il fidanzato che rischia l'ergastolo.

Strangola la fidanzata 16enne e poi inscena il suicidio: un altro caso di femminicidio, accaduto nella notte di domenica 6 dicembre a Buenos Aires. La vittima, Luz Belen Marino, è stata trasportata d’urgenza dai medici del 911 in ospedale, ma purtroppo la ragazza non ce l’ha fatta. Dopo aver dichiarato di aver trovato la ragazza impiccata in casa, alla fine l’assassino ha confessato il delitto.

Inscena suicidio della fidanzata a Buenos Aires

Inscena il suicidio della fidanzata, ma alla fine un ragazzo di Buenos Aires confessa l’omicidio. Nella notte di domenica 6 dicembre in una cittadina a nord della capitale argentina si è consumato il tragico femminicidio di Luz Belen Marino, ragazza di 16 anni.

Dalla casa della ragazza Cristian Zanetti, il fidanzato 22enne della ragazza ha allertato il 911. In seguito l’ambulanza ha trasportato d’urgenza la 16enne in ospedale, ma ormai era troppo tardi.

Come dichiarato inizialmente, il fidanzaro avrebbe trovato Luz impiccata nel garage di casa, ma in seguito all’autopsia il 22enne ha dovuto confessare la messa in scena.

Prove schiaccianti

L’esame autoptico, infatti, ha confermato che la ragazza era morta in seguito all’asfissia causata da agenti terzi. Gli inquirenti che indagavano sul caso non hanno creduto alla testimonianza del fidanzato. In seguito si è scoperto che il segno sul collo della vittima non poteva combaciare con l’impiccagione, e così la polizia ha arrestato il fidanzato. Il pm ha accusato Zanetti di “femminicidio aggravato dal rapporto di coppia“. Un reato punito con l’ergastolo.

Secondo quanto raccolto dagli inquirenti, pare che il movente del delitto sia una banale lite di coppia. Dopo aver spinto la fidanzata ad incontrarsi per discutere e chiarire la situazione, il 22enen avrebbe raggiunto Luz a casa sua. Per precauzione, il ragazzo avrebbe chiamato la madre della 16enne, al momento del delitto al lavoro, per chiederle le chiavi di casa e farle una sopresa. Una volta in casa però, dopo averla uccisa, avrebbe inscenato l’impiccagione in garage.