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Suora in ginocchio davanti alla polizia: il simbolo delle proteste in Myanmar

suora in ginocchio in myanmar

Il simbolo della protesta in Myanmar è una suora in ginocchio di fronte alla polizia, supplicando loro di smettere di cessare il fuoco contro i civili.

Una suora in ginocchio di fronte alla polizia in tenuta anti-sommossa: è la foto diventata simbolo delle proteste che stanno travolgendo il Myanmar e che tra febbraio e marzo hanno raggiunto l’apice della violenza. l bilancio infatti è di almeno 18 morti (tra cui diversi giovani manifestanti) e centinaia di persone in stato di fermo e altrettanti feriti. Continua il processo della giunta militare contro Aung San Suu Kyi dopo il golpe del 1° febbraio scorso.

suora birmania

Myanmar, suora in ginocchio per protesta

La giornata del 28 febbraio è stata una delle giornate più violente da quando le manifestazioni sono cominciate, ben 18 manifestanti sono stati uccisi dalla polizia e altri 30 sono rimasti feriti. Protagonista della violenza avutasi negli ultimi giorni è diventata una suora cattolica, scesa in strada nella città di Myitkyina, capitale dello stato Kachin, che si è inginocchiata in lacrime di fronte la polizia pregandola di non sparare più a nessuno.

Le foto sono state condivise su Twitter dal cardinale di Yangon, Charles Bo e velocemente hanno poi fatto il giro del web. “La rivolta oggi è stata grave a livello nazione, la polizia sta arrestando, picchiando e persino sparando alle persone”, queste le parole che accompagnano il post.

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La situazione in Myanmar

Entrando nel dettaglio del quadro del Paese asiatico, la situazione si aggrava ogni giorno di più da quando il premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi, leader del partito con la maggioranza parlamentare (e anche capo del governo), è stata arrestata insieme ad altri centinaia di parlamentari con l’accusa di aver imbrogliato durante le elezioni di novembre 2020. La situazione sembra essere precipitata definitivamente quando la polizia ha sparato pallottole di gomma, veri proiettili e gas lacrimogeni sulla folla a Yangon, Mandalay, Bagu e Pakokku. Nonostante la situazione critica il processo all’ex capo di governo continua, la 75enne è stata anche accusata di importazione illegale di walkie-talkie e violazione di legge sui disastri naturali, il suo legale ha però precisato che “sta bene”.

Unanime la condanna della comunità internazionale su ciò che sta accadendo nel Paese, l’Alto Rappresentante dell’UE Josep Borrel ha annunciato che l’Unione Europea adotterà a breve misure in risposta all’uso della forza attuato dai militari contro i civili, impossibilitati ad esercitare i loro diritti di espressione e unione.