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Nemo, chi è il vincitore dell'Eurovision: "Rendermi conto della mia identità mi ha reso libero"

Chi è il vincitore dell'Eurovision Song Contest 2024

Nemo, rappresentante della Svizzera, ha vinto questa edizione dell'Eurovision Song Contest.

Nemo ha vinto l’Eurovision Song Contest 2024. Si tratta della prima persona non binaria a vincere e ha solo 24 anni.

Eurovision Song Contest 2024: chi è il vincitore Nemo

Nemo è la prima persona non binaria a vincere l’Eurovision Song Contest. Questo termine indica le persone che non si riconoscono né nel genere maschile né in quello femminile. Nella competizione era presente anche l’irlandese Bambie Thug come persona non binaria. La Svizzera aveva vinto nel 1956 e poi nel 1988.

Nemo Mettler è un artista svizzero di 24 anni. Ha iniziato a suonare il pianoforte, il violino e la batteria quando era solo un bambino. Si è avvicinato al canto lirico all’età di 9 anni, per poi interessarsi al rap e iniziare a scrivere canzoni. Quando aveva 13 anni è entrato nel cast di un musical, ma il successo è arrivato nel 2016 con un rap in svizzero tedesco che è diventato virale sui sociale network. Nel 2018 ha vinto il premio come miglior artista svizzero agli Swiss Music Awards.

Nemo ha vinto l’Eurovision: la canzone The Code e la bandiera non binaria

La canzone con cui ha vinto si intitola The Code ed esplora la sua identità non binaria in un mashup di opera, rap, drum-and-bass e musica dance elettronica, con un ritornello che si ispira a Il flauto magico di Wolfgang Amadeus Mozart. Il cantante fa riferimento al codice binario.

Il cantante ha portato sul palco una grande bandiera con strisce gialle, bianche, viola e nere, che rappresenta la comunità non binaria nello spettro Lgbtqia+. “Le persone iniziano a capire di più e quella comprensione significa tantissimo per me. l solo fatto di poter rappresentare questa comunità all’Eurovision è fantastico. Sono così felice di non essere nemmeno l’unico quest’anno. È ancora meglio perché dimostra che ce n’è bisogno” ha dichiarato in un’intervista all’Associated Press