> > Export, le esportazioni italiane nel 2022 cresceranno di poco più del del 10%

Export, le esportazioni italiane nel 2022 cresceranno di poco più del del 10%

pexels freestocksorg 122164

L'export nel nostro Paese rappresenta una componente essenziale in chiave di sviluppo ed espansione e la crescita sopraindicata si riferisce particolarmente a beni particolari come metalli e chimica.

Dal rapporto Export 2022 di Sace emerge che nel 2022 le esportazioni italiane cresceranno di poco più del del 10%; il trend positivo proseguirà anche nel 2023, quando i trend legati a valori e volumi porteranno a una crescita rispettivamente del 5 e del 4%, mentre il nostro export raggiungerà i 600 miliardi di euro, consentendo all’Italia, ottavo Paese esportatore nel mondo, di mantenere pressoché invariata la sua quota di mercato a livello globale, pari al 2,7%.

È un fenomeno dovuto in parte ad aspetti della domanda ancora decisamente vantaggiosi a livello globale e, nel caso circoscritto ai Paesi Ue, alle risorse messe a disposizione dal progetto Next Generation Eu. Ma a sostenere le nostre esportazioni è soprattutto la componente prezzo, mentre i volumi cresceranno ad un ritmo più contenuto (+2,6%). L’export nel nostro Paese rappresenta una componente essenziale in chiave di sviluppo ed espansione e la crescita sopraindicata si riferisce particolarmente a beni particolari come metalli e chimica. I beni di investimento, in particolare i mezzi di trasporto e la meccanica strumentale, saranno facilitati dai piani di crescita in chiave green e malgrado l’aumento dei costi dei processi produttivi procedono anche i buoni risultati dell’agroalimentare, anche per la ripartenza del settore del turismo.

Nuove occasioni per le nostre aziende arriveranno anche da settori pubblici degli Emirati Arabi Uniti o dell’India e dall’immissione nelle catene di approvvigionamento di protagonisti dell’economia messicana o colombiana. Nei paesi asiatici le nostre esportazioni potranno giovarsi dei player industriali del Vietnam, dal settore tessile sino all’agroalimentare. Senza escludere Paesi importanti come gli USA o la Spagna dove le nostre aziende possono tranquillamente soddisfare la domanda riferibile alla transazione. energetica. Sempre secondo SACE, per il futuro si potranno aprire due scenari. In caso di proseguimento del conflitto Russo-Ucraino le esportazioni saranno destinate a crescere ad un tasso poco inferiore al 10% e registrerebbero una crescita poco sopra la pari nel prossimo anno.

Nella seconda ipotesi, invece, in caso di rapida cessazione del conflitto, l’export di beni crescerebbe dell’11% nel 2022 e dell’8% nel prossimo anno per poi allinearsi con il contesto base nei prossimi due anni. Con un approccio determinante e tenace e un valido supporto finanziario le nostre aziende sapranno sicuramente consolidare la loro capacità di competere in un mercato alquanto complesso come l’attuale.