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Femminicidi, quando si passa alla disumanizzazione della vittima attraverso l’elogio del suo assassino

Alessandro Maja chi è

Siamo pieni di “illustri professionisti”, di “giganti buoni” di “vulcani di idee” che ammazzano le mogli, le ex mogli o le compagne, che hanno avuto la sfortuna di inciampare nella donna sbagliata.

Stefania Pivetta, uccisa dal marito insieme alla figlia di 16 anni, è solo l’ultima vittima di femminicidio nel 2022, anche se con il tragico ritmo a cui assistiamo questo articolo potrebbe essere già impreciso quando verrà pubblicato. Qualche ora prima di lei a Frosinone è stato trovato il corpo senza vita di Romina di Cesare, 36 anni, uccisa da diverse coltellate probabilmente dal suo ex compagno. Era il 2 maggio quando Alice Scagni, 34 anni, di Quinto, Genova, è stata uccisa da 17 coltellate dal fratello maggiore. Ad aprile la 44enne Romina Vento è stata annegata nella sua auto a Fara Gera d’Adda dal suo compagno che ha inscenato un incidente. Angela Vitabile invece aveva 62 anni ed è stata ammazzata dal marito con un coltello a serramanico sotto gli occhi dei nipoti.

Solo ad aprile sono 17 i casi di femminicidio. Sonia Solinas è stata uccisa dal marito a Dormelleto, in provincia di Novara. Poi c’è marzo, con nove vittime da aggiungere alla mattanza: Anna Borsa è stata uccisa con un colpo di pistola nel salone da parrucchiere in cui lavorava, Vincenza Ribecco è stata uccisa l’8 marzo a San Leonardo di Cutro per non avere aperto la porta al marito violento, Anastasiia Bondarenko è morta carbonizzata, Carol Maltesi è stata uccisa a martellate nel suo appartamento dal suo ex compagno, Tiziana Gatti a Castelnuovo Sotto è stata uccisa dal suocero, Vivana Micheluzzi invece si è presa un colpo di pistola alla nuca in un bosco dall’amico. Alfieri e Daniela Cadeddu sono state uccise da un vicino di casa e dal marito.

Leggere i nomi così messi in fila è un rosario mortifero che forse rende l’idea di cosa accade in Italia, nel brodo di un’indignazione che scocca ipocrita l’8 marzo come un mazzo di mimose per poi tornare silente fino alla celebrazione successiva. Ma oltre ai femminicidi ciò che fa più schifo è la sconcezza con cui continuano a pensarli e a raccontarli, ogni volta frugando nella vita delle donne (e nei loro corpi) per trovare la leva che possa fare intendere (anche in modo velenoso e sotteso) che un uomo no, un uomo non potrebbe mai uccidere una donna che ama. E passano gli anni e le vittime (che in un sanguinario tassametro continuano a scalare) e ancora si trovano molti che non hanno il coraggio di chiamare assassini gli assassini e di trattare le vittime con la cura che si usa per loro che sono state oppresse e soppresse.

Su alcuni giornali di oggi abbiamo un caso scuola: il Corriere della sera che dedica un articolo a Alessandro Maja (che ha ammazzato la moglie Stefania Pivetta e la figlia) sciorinando i pregi dell’architetto super creativo molto conosciuto nel mondo dell’interior design. Siamo oltre alla normalizzazione della violenza a cui eravamo abituati (quando le donne venivano ammazzate perché era colpa della loro smodata voglia di emancipazione) e passiamo alla disumanizzazione della vittima attraverso l’elogio del suo assassino. Il giornalista del TG1 ci fa sapere che il noto architetto aveva “preso una villetta in periferia per far vivere la famiglia e i bambini in serenità” lasciandoci intendere che sua moglie è proprio una stronza se non ha apprezzato le attenzioni del marito e si è fatta uccidere rovinandogli la carriera.

Siamo pieni di “illustri professionisti”, di “giganti buoni” di “vulcani di idee” che ammazzano le mogli, le ex mogli o le compagne, che hanno avuto la sfortuna di inciampare nella donna sbagliata. Quando capita il contrario però non accade. È curioso che non ci abbiano raccontato che Annamaria Franzoni fosse una talentosa cuoca oppure che Sabrina Misseri fosse una straordinaria estetista. In quel caso ci si occupava, giustamente, del crimine commesso che è la vera e unica notizia che conta.

Per gli uomini no: gli uomini hanno perso la testa, ceduto alla gelosia e si sono macchiati una bellissima carriera. Sempre che siano umani bianchi, non sia mai. Ma questo è un altro enorme discorso che ci sarebbe da fare.