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Il racconto del territorio è un ingrediente che ha bisogno di cura, profondità e visione. E non si fa più solo con carta e penna. È questa la lezione che arriva dalla decima edizione del Festival del Giornalismo Enogastronomico, conclusasi domenica a Vittoria, in provincia di Ragusa. Una tre giorni intensa, ospitata all’interno del Centro Congressi “Davide Failla” di Promotergroup SPA, che ha incrociato le voci del giornalismo, dell’impresa, della politica e della scienza attorno a una parola chiave: trasformazione.
L’informazione al tempo delle piattaforme: la sfida del giornalismo locale
La seconda giornata del Festival si è aperta con una riflessione sul destino dell’informazione di prossimità: “Giornalismo locale: il new journalism al tempo delle piattaforme”. La domanda al centro era chiara: come si può raccontare oggi un territorio senza snaturarlo, nell’epoca dei social e dell’intelligenza artificiale?
Un dialogo animato da voci diverse – da Biagio Semilia (Digitrend) ad Alfredo Pecoraro (Associazione Stampa Parlamentare Siciliana), fino alla giornalista ed europarlamentare Michela Giuffrida – ma unite dall’idea che senza una narrazione autentica dei luoghi, anche l’economia locale perde potere. Tra gli ospiti, anche il giornalista d’inchiesta Nino Amadore, Giacomo Di Girolamo e l’esperienza editoriale di Retrobottega, raccontata da Paola Marino e Antonello Ravetto Antinori.
Carta, podcast e AI: il giornalismo reinventa sé stesso
Il futuro del giornalismo è già qui. Il panel “Tech journalism: carta, podcast, social e intelligenza artificiale” – ispirato al libro di Tony Siino – ha tracciato il profilo del mestiere che cambia, tra algoritmi che scrivono e podcast che informano. Con Walter Giannò, Francesca Romana Barberini, Osvaldo Esposito, Giuliana Sorci e Francesco Caravello, si è discusso di nuovi modelli editoriali e strumenti capaci di coniugare innovazione e credibilità.
DOSES, il distretto che unisce scienza e impresa
Non solo parole, ma anche modelli concreti. Uno su tutti: il Distretto Orticolo Sud-Est Sicilia (DOSES), protagonista dell’incontro “Storia di eccellenza”. Un esempio virtuoso di filiera sostenibile, in cui ricerca, imprese e istituzioni collaborano per un’agricoltura più efficiente e moderna. Ne hanno parlato, tra gli altri, Antonino Di Paola, Gianni Polizzi e Sebastiano Di Stefano, moderati da Francesca Romana Barberini.
Il futuro nel piatto: nutrizione, educazione e scienza
Nel talk “Il cibo di domani”, il Festival ha esplorato le intersezioni tra scienza e cultura alimentare: dalla voce del biotecnologo Vincenzo Cassibba alla dietista Noemi Di Natale, fino allo storico Fabio Monello e all’assessore alla sanità di Ragusa Giovanni Iacono, il filo conduttore è stato l’urgenza di ripensare l’educazione alimentare, ponendo la sostenibilità e la salute al centro.
Tradizione, sapori e memoria: dalla ghiotta al panettone “improvvisato”
Il pomeriggio ha acceso i fornelli della tradizione: dallo chef Michele Circhirillo, che ha guidato una masterclass sugli gnocchi artigianali italiani, agli chef Emanuele Marotta e Gabriele Fichera, che hanno preparato una “ghiotta” di pesce di scoglio degna delle cucine di mare.
Ma tra i momenti più sorprendenti c’è stata l’esibizione dello chef Marco Failla, che ha conquistato il pubblico con la sua capacità di unire tecnica, creatività e radici. Una dimostrazione gastronomica all’impronta, culminata in una degustazione ad alto tasso emotivo: panettone Fiasconaro servito con granita di limone, in un abbinamento inedito che ha saputo fondere la tradizione dolciaria siciliana con un tocco di genialità contemporanea. Una sintesi perfetta di terroir, sapore e intuizione.
Degustazione d’autore: cioccolato affinato e vermouth
A completare il percorso sensoriale, la masterclass sul Cioccolato di Modica curata dalla cantina di affinamento Sabadì, che ha guidato il pubblico in un’esperienza sensoriale unica. Il cacao maturato nel tempo è stato abbinato a vermouth naturale, in una sinfonia di aromi raccontata ancora una volta da Francesca Romana Barberini.
Filiere e sviluppo: il confronto degli esperti
A chiudere la giornata, la tavola rotonda “Le filiere come motore di sviluppo locale”, con un parterre di esperti in economia, governance e marketing. Un confronto tra visioni pubbliche e private per capire come rendere le reti produttive volano di crescita sostenibile, con voci come Giorgio Cappello, Maurizio Attinelli, Dario Cartabellotta (in collegamento), Elita Schillaci e altri protagonisti del tessuto produttivo isolano, moderati da Nino Amadore.
Agroenergie: l’agricoltura fotovoltaica che guarda al futuro
Il terzo giorno è stato dedicato alla visita ad alcune realtà d’eccellenza, tra cui la Southern Seed e Agroenergie Srl, azienda che a Comiso sta ridefinendo i paradigmi dell’agricoltura moderna.
L’amministratrice Adriana Lo Monaco ha raccontato un progetto che unisce serre fotovoltaiche, coltivazione fuori suolo, sensoristica avanzata e tracciabilità totale della filiera. Un’agricoltura di precisione, capace di produrre ortofrutta anche nei mesi più difficili, senza perdere qualità, gusto e sostenibilità. L’obiettivo è ritrovare il vero sapore dei pomodorini e restituire al consumatore prodotti dal gusto intenso e genuino.
La decima edizione del Festival si chiude così: non solo evento ma piattaforma, un terreno fertile dove si incrociano idee, esperienze e visioni per il futuro del cibo e del racconto dei territori. Con un messaggio chiaro: innovare sì, ma senza dimenticare da dove veniamo.