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Firenze, 16enne bullizzato si fa giustizia da solo con il coltello

Minorenne fiorentino bullizzato si fa giustizia da solo

La terribile vicenda accaduta a Firenze con un 16enne bullizzato da un gruppo di coetanei che "esplode" e si fa giustizia da solo con un'arma

Arriva da Firenze la vicenda ormai giudiziaria di un 16enne bullizzato che si sarebbe ftto giustizia da solo con il coltello dopo aver sopportato un vero calvario di  sopraffazioni e violenza. Si tratta di una vicenda controversa in cui l’arma dell’aggressione “di reazione” non è mai stata trovata. I tre bulli sono stato comunque rubricati in fascicolo per aver “preso parte a una contesa violenta con offese incrociate all’altrui incolumità”. Ed a parere dell’accusa il terzetto è stato preso a “coltellate” dalla loro vittima, un sedicenne che ha dichiarato di avere reagito alle provocazioni. Il ragazzino ha spiegato dal canto suo di non avere affatto utilizzato un’arma, bensì di essersi difeso dall’aggressione con una chiave affilata. Il dato empirico è che il giudice ha concesso agli imputati la possibilità di risolvere la questione con una transazione stragiudiziale. 

Bullizzato, si fa giustizia da solo 

A luglio 2020 il 16enne era stato accerchiato da sette bulli, pare già recidivi su specifici atteggiamenti vessatori, tanto che solo pochi giorni prima il 16enne era già stato aggredito. Il ragazzino era stato provocato con schiaffi in faccia e dopo aver visto che non reagiva lo aveva spinto a terra facendolo cadere dalla bicicletta. Poi l’ingiunzione a non tornare più da quelle parti. Il 16enne, in ansia per l’accaduto, non era più tornato ma conservava i messaggi whatsapp con le minacce, Con quelle i genitori erano andati dai Carabinieri

Il pestaggio finale e la reazione

Pochi giorni dopo il ragazzino era stato di nuovo accerchiato e picchiato, da lì la reazione indefinita della vittima in quanto a strumento usato. Il ragazzino è assistito dall’avvocato Eugenio Pini, legale del Centro Nazionale Contro il Bullismo, che ha detto: “È una vicenda triste, dei ragazzi così giovani potrebbero improntare la loro esistenza sull’amicizia e sul rispetto reciproco, anziché sulla sopraffazione. Ho molto apprezzato l’acutezza del giudice, che ha indirizzato le parti, a prescindere dall’esito processuale, verso un tentativo di conciliazione”.