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Fratelli Bianchi in carcere: "Vogliono accoltellarci, ci sputano nel piatto e ci minacciano"

Fratelli Bianchi carcere

Insulti, minacce e sputi nel piatto sono solo alcuni degli episodi che devono affrontare i fratelli Bianchi e Mario Pincarelli in carcere.

Dalla perizia sulle intercettazioni effettuate a Rebibbia dai Carabinieri sono emersi alcuni particolari sulla vita dei fratelli Marco e Gabriele Bianchi e di Mario Pincarelli all’interno del carcere: tra chi sputa nel loro cibo, chi li insulta e chi li minaccia, i tre accusati di aver ucciso Willy Monteiro non hanno vita facile. Tra loro c’è anche chi ha pensato per un attimo al suicidio e chi è scoppiato in un pianto talmente violento che è dovuto intervenire un medico.

Fratelli Bianchi in carcere

Il 16 ottobre 2020, un mese dopo il delitto, Alessandro Bianchi era andato a far visita ai fratelli in carcere. Marco in particolare gli ha raccontato che “ci stanno i bravi e ci stanno quelli non bravi, le mérde, ma non devi dì niente“. Il perito, che non è riuscito a decifrare tutto il dialogo osservando i gesti dell’imputato ha ipotizzato che quest’ultimo stia dicendo al fratello che gli hanno sputato addosso e anche dentro il cibo. Ad Alessandro che ha chiesto “Ma ti ci sputano dentro? “, Marco ha infatti risposto con “Ma ci sputano si, eh“.

Fratelli Bianchi in carcere: le aggressioni

Ad aggiungere dettagli sulla loro vita in carcere è stato Mario Pincarelli che, parlando col padre Stefano, ha affermato: “Che cazzo mi frega a me che mi picchiano…“. Il giovane sembra anche essere arrivato a pensare di togliersi la vita dopo che altri detenuti gli avrebbero urlato di impiccarsi. Al padre però ha assicurato: “Prima cosa Gesù Cristo se ti ammazzi da solo non ti perdona, seconda cosa tengo la famiglia mia che sta di fuori, spero che me danno meno possibile, quando ariscio (riesco), se vado alla comunità…“.