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Furbetti del cartellino, 12 indagati a Roma

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Tale pratica consentiva agli impiegati di svolgere mansioni private e di intrattenersi in esercizi pubblici risultando comunque in servizio

Nuovo terremoto nel mondo del pubblico impiego nella Capitale a causa dei furbetti del cartellino. Dodici dipendenti dell’Agenzia Dogane Roma 1 risultano indagate per truffa. Le indagini sono partite nel settembre del 2016. Riscontrate 209 ore di lavoro retribuite e non svolte. I danni per l’amministrazione si stimano che siano migliaia di euro. L’operazione è partita da un’indagine dei carabinieri della stazione di Garbatella, che hanno installato telecamere negli uffici.

L’indagine dei carabinieri

Ci risiamo. La burocrazia statale italiana non dà prova di correttezza e alta efficienza. Già screditata da parecchie inchieste simili, questa volta a farne le spese sono burocrati dell’Agenzia Dogana. I Carabinieri del nucleo operativo della stazione Garbatella, grazie ad una lunga indagine, hanno fornito le prove della truffa e incastrato i “furbetti”. Oltre ala truffa aggravata, l’accusa è di “falsa attestazione”. Andare in giro per la città svolgendo le proprie particolari passioni nell’orario di lavoro non è solo eticamente scorretto, ma anche giuridicamente perseguibile. Grazie ad una rete collaborativa volta a delinquere il Fisco, i dipendenti entravano strisciando il badge elettronico ma uscivano subito dopo senza strisciarlo nuovamente. Grazie alla complicità di altri dipendenti, che in alcuni casi “strisciavano” il cartellino per loro, i lavoratori hanno frodato il sistema. Ma i Carabinieri, una volta installate micro-telecamere all’interno del’Agenzia ed effettuando pedinamenti, hanno scoperto il tutto. Le ore di lavoro “falsate” sarebbero in totale oltre 200, per un danno di alcune migliaia di euro ai danni dell’amministrazione.

I vari precedenti italiani

Uno dei casi più noti a livello nazionale è stato quello dei furbetti del cartellino nel Comune di Sanremo, reso celebre dal video che mostra il vigile timbrare in mutande. Altri casi si sono verificati lo scorso autunno nel comune di Piacenza, e la scorsa primavera nel comune di Lodi. Un’indagine sta coinvolgendo dipendenti dell’Università di Torino. Insomma, la pratica è assai diffusa e mostra il poco senso dello Stato da parte degli italiani, in primis gli stessi rappresentati della “cosa pubblica”. Il degrado morale è dunque presenti a tutti i livelli del paese, comune denominatore sembra frodare e raggiungere godimenti pratici.

Le nuove leggi

Con la nuova legge, proposta dal ministro della Pubblica Amministrazione Madia lo scorso anno, finalmente i furbetti saranno licenziabili in breve tempo. Sospensione in 48 ore e licenziamento in un mese per chi viene colto a strisciare il badge e poi andare a casa. Viene inoltre responsabilizzata maggiormente la figura del dirigente con la nuova legge: chi sarà sorpreso a girare la testa dall’altra parte rischia a sua volta il licenziamento.