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Piero Fassino e il profumo sparito al duty free: ci sarebbe un precedente

Piero Fassino furto aeroporto Fiumicino

Si parla di Piero Fassino in questi giorni per il caso del profumo all'aeroporto di Fiumicino. La sua versione non ha convinto le autorità: ci sarebbe in passato un presunto caso analogo che lo avrebbe visto coinvolto.

Si parla molto di Piero Fassino in questi giorni per una vicenda che lo riguarda da vicino. Il parlamentare ed ex ministro della Giustizia è coinvolto nel caso riguardante la sparizione di una boccetta di profumo dal valore di 100 euro e per questo è scattata una denuncia. Adesso sono trapelati nuovi elementi sul caso, legati ad un presunto episodio analogo.

Profumo sparito al duty free, la versione di Piero Fassino

Piero Fassino è accusato di aver sottratto al duty free, in attesa del suo volo all’aeroporto di Fiumicino, un profumo del valore di 100 euro. Le sue giustificazioni (aveva le mani occupate e così l’ha appoggiato in tasca mentre si dirigeva alla cassa) non hanno convinto il personale dell’aeroporto, che è intervenuto e avrebbe sporto denuncia (seppur la notifica non sarebbe ancora arrivata, come sottolineato dal legale) nei suoi confronti. Il caso ha fatto in poco tempo il giro di tutti i siti, creando sconcerto e anche incredulità vista l’autorevole figura del protagonista, che ha un passato come ministro della Giustizia e oggi è parlamentare. Secondo quanto riportato da Ansa, sembra infatti che nel passato di Piero Fassino ci sia un caso analogo, tutto da verificare.

Piero Fassino recidivo? Cosa è emerso

Già in passato, il politico sarebbe stato riconosciuto quale presunto autore della sottrazione di un prodotto nel duty free del Terminal 1 dell’aeroporto di Fiumicino. L’ex sindaco di Torino, che ad oggi è presidente della Commissione Esteri della Camera dei deputati, sarebbe, qualora le accuse venissero confermate, recidivo. Questo stando a quanto emerso dagli archivi della polizia: a seguito del primo caso l’esponente politico non sarebbe però stato fermato.

Proprio per questo precedente, evidenziato dagli addetti dell’esercizio commerciale, gli agenti avrebbero sentito le testimonianze di alcuni dipendenti. Inoltre le indagini proseguono mediante visione e analisi di quanto ripreso dalle telecamere di sorveglianza del luogo.

Da queste emergerebbe che Piero Fassino non avrebbe in mano il cellulare come dichiarato. Ora gli elementi verranno analizzati dalla procura di Civitavecchia. Nel frattempo Fassino si augura che il caso venga presto chiarito: “Spero che finisca qui, quello che si doveva scrivere si è scritto. È uscito tutto quello che doveva uscire”. Ed il suo avvocato difensore Fulvio Gianaria ha nelle scorse ore dichiarato di non aver ancora ricevuto nessuna notifica di denuncia.