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Garlasco, oggetti nel canale di Tromello: spunta una verità che cambia tutto

oggetti canale tromello

Gli oggetti ritrovati nel canale di Tromello, vicino a Garlasco, gettano nuova luce su un mistero vecchio sette anni.

Nel cuore delle indagini sull’omicidio di Chiara Poggi, un recente ritrovamento ha riacceso l’attenzione: una serie di oggetti recuperati nel canale di Tromello, in realtà, erano stati trovati già sette anni fa da un muratore locale. Questo dettaglio emerso solleva nuove ombre e domande su ciò che è stato scoperto e su quanto ancora resta da chiarire in uno dei casi più complessi di cronaca nera.

Il «supertestimone» e il mistero degli oggetti: un nuovo capitolo nelle indagini a Garlasco

L’ispezione è stata avviata in seguito alla dichiarazione di Gianni Bruscagin, noto come il «supertestimone». Bruscagin ha riferito un episodio raccontatogli da una persona oggi scomparsa: la mattina del 13 agosto 2007, giorno dell’omicidio di Chiara Poggi, la cugina Stefania Cappa sarebbe stata vista nei pressi della casa di Tromello — dove abitava la nonna — con una borsa particolarmente pesante. Poco dopo, si sarebbe udito un rumore sordo provenire dal canale, simile a quello prodotto dal lancio in acqua di un oggetto voluminoso e pesante.

Nuove ombre sul caso Poggi: oggetti misteriosi e una testimonianza rimasta in silenzio per anni

Gli oggetti collegati alla nuova pista investigativa sul delitto di Garlasco — una pinza da caminetto, un’ascia spezzata e altri utensili potenzialmente riconducibili all’arma del delitto di Chiara Poggi nel 2007 — non sarebbero emersi durante il sopralluogo effettuato dai carabinieri il 14 maggio 2025 nel canale di Tromello.

In realtà, questi attrezzi sarebbero già stati recuperati nel 2018 da un muratore egiziano che abita sulla sponda opposta rispetto alla proprietà dei Cappa. L’uomo ha spiegato agli investigatori che, mentre liberava il corso d’acqua da rifiuti e detriti, ha trovato quei materiali, che ha poi custodito nel suo piccolo deposito. Solo in occasione del sopralluogo, avrebbe compreso l’importanza del ritrovamento e ha contattato i carabinieri di Gambolò per consegnare gli strumenti sequestrati.

Le indagini proseguono, mentre il mosaico costruito dalla procura si arricchisce di nuovi elementi. Sono in programma verifiche per stabilire se gli attrezzi ritrovati possano avere qualche collegamento con le ferite riportate da Chiara Poggi. Nei prossimi mesi si capirà se, a distanza di quasi due decenni, ci siano ancora verità inesplorate su uno dei casi giudiziari più controversi d’Italia.