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Garlasco, Lovati rompe il silenzio a Quarto Grado: verità sui pagamenti dei Sempio e accuse di corruzione

Lovati Garlasco Sempio

Massimo Lovati a Quarto Grado: la sua verità sui pagamenti effettuati dai Sempio e le presunte anomalie nel caso Garlasco.

Il caso Garlasco torna al centro dell’attenzione grazie all’intervista esclusiva rilasciata a Quarto Grado da Massimo Lovati, ex avvocato di Andrea Sempio. Al centro del dibattito ci sono le presunte irregolarità nei pagamenti ai legali della famiglia Sempio e le accuse di corruzione in atti giudiziari che hanno circondato la vicenda. Tra ricordi del pool difensivo e dettagli sulle buste consegnate dai Sempio, l’ex penalista offre una testimonianza che punta a ristabilire la verità, tra professionalità e trasparenza, sottolineando il suo impegno a chiarire ogni dubbio sulla vicenda.

Garlasco, Lovati a Quarto Grado: “Una partita sospesa”

Massimo Lovati, ex legale di Andrea Sempio nel caso Garlasco, ha definito la sua esperienza professionale come “una bella partita, quella che ho giocato al fianco di Andrea Sempio dal 2017 a pochi giorni fa, ma non è finita qui. È una partita che è stata sospesa per me”.

Intervistato a Quarto Grado da Gianluigi Nuzzi, Lovati ha raccontato le tappe della difesa, ricordando il pool formato insieme agli avvocati Soldani e Grassi. Pur accettando di essere stato allontanato dalla famiglia Sempio, il penalista non chiude le porte a un possibile ritorno: “Lo riprenderai a braccia aperte”, ha spiegato riguardo alla possibilità di tornare a difendere l’uomo oggi indagato per l’omicidio di Chiara Poggi.

L’ex avvocato ha voluto chiarire dubbi e malintesi riguardanti la presunta corruzione della famiglia Sempio e ha sottolineato la propria trasparenza: “Bisogna scegliere fra bene e male”, affermando di non aver mai chiesto denaro direttamente e di aver ricevuto il compenso attraverso i colleghi, ritirando la propria parte nello studio Soldani.

Garlasco, Lovati a Quarto Grado: presunta corruzione e soldi ricevuti dai Sempio, la sua verità

Lovati ha spiegato nel dettaglio come funzionavano i compensi legati alla difesa di Sempio. Secondo il suo racconto, la famiglia portava i soldi in busta a Soldani o Grassi, che poi lo avvisavano e lui ritirava “il mio terzo”. Con forza ha invitato i colleghi a fare chiarezza:

Che dicessero la verità. Perché è inutile nascondersi come lo struzzo che mette la testa sotto la sabbia. Tanto non è che c’è granché… Se loro dicessero la verità, 15 più 15 più 15 fa 45”.

A tal proposito, ha precisato di aver ricevuto circa 15 mila euro, negando qualsiasi coinvolgimento illecito e sostenendo la necessità di trasparenza soprattutto nei confronti di Giuseppe Sempio. Nonostante ciò, il legale ha confermato la sua disponibilità a collaborare con la Procura di Brescia per chiarire ogni aspetto del caso.

 

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