> > Gerusalemme, nuovi scontri sulla Spianata delle Moschee

Gerusalemme, nuovi scontri sulla Spianata delle Moschee

gerusalemme 26 luglio

Il Medio Oriente già dilaniato dalla guerra in corso in Siria e in Irak, dove l'azione di devastazione da parte dei miliziani dello Stato Islamico prosegue senza sosta, rischia di riammalarsi di un male in realtà mai sopito, ma che, almeno negli ultimi tempi, sembrava dormiente. Proprio all'ind...

Il Medio Oriente già dilaniato dalla guerra in corso in Siria e in Irak, dove l’azione di devastazione da parte dei miliziani dello Stato Islamico prosegue senza sosta, rischia di riammalarsi di un male in realtà mai sopito, ma che, almeno negli ultimi tempi, sembrava dormiente.

Proprio all’indomani del riconoscimento, da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, all’Associazione Nazionale Palestinese ANP del diritto di far sventolare la propria bandiera di fronte al Palazzo di Vetro dell’ONU, alcuni estremisti palestinesi, stando a quanto ha riferito il portavoce della polizia israeliana, sono entrati in azione presso la Spianata delle Moschee, mettendo in atto un fitto lancio di bottiglie molotov e grossi petardi.

Immediata la risposta dei poliziotti, che sono intervenuti per sedare la protesta scontrandosi in modo violento con i manifestanti.

Le fonti, al momento, non riferiscono di morti e non è noto il bilancio dei feriti, che, seppure in modo lieve, senz’altro ci sono stati.

Il Ministro della Giustizia di Israele, Gilad Erlan, ha commentato l’episodio, avvenuto questa mattina, dichiarando senza mezzi termini che “non è accettabile che facinorosi musulmani, barricatisi di notte, trasformino quel posto (la Spianata delle Moschee, ndr) a loro piacimento in una zona di combattimento”.

Le azioni dei manifestanti palestinesi, ha proseguito il Ministro “obbligano a riesaminare le misure relative all’ingresso nella Spianata”, perché “si tratta di gesti estremamente gravi che infrangono in maniera sfacciata lo status quo nel posto”.

“La cosa” ha poi concluso Gilad Erlan “non passerà sotto silenzio”, aggiungendo che le autorità israeliane stanno pensando di posizionare nell’area “ordigni esplosivi” con funzione di deterrente.

La speranza, ovvia, è che Israele non metta davvero in pratica una misura così drastica, ma la situazione nella zona tende purtroppo spesso (quasi si trattasse di una tradizione) a sfuggire alle logiche di ricomposizione pacifica, quindi fare previsioni è pressoché impossibile.