Nelle ultime ore, Kathmandu è stata teatro di violente manifestazioni giovanili in Nepal a seguito del blocco imposto dal governo su numerose piattaforme di social media, tra cui Facebook, YouTube e X. La decisione ha scatenato rabbia diffusa e disordini in strada, con migliaia di giovani che hanno sfidato le autorità per chiedere la revoca del divieto e denunciare la corruzione politica, trasformando la capitale in un focolaio di tensione e scontri.
Proteste e tensioni a Kathmandu: la rabbia dei giovani nepalesi
Secondo una sentenza della Corte Suprema del 2023, il Ministero delle Comunicazioni ha richiesto alle piattaforme di nominare un rappresentante locale e un responsabile per la gestione dei contenuti. Diverse piattaforme, tra cui Reddit, LinkedIn, Pinterest e Signal, non hanno ottemperato all’ordine e sono state quindi bloccate, mentre solo cinque aziende, tra cui TikTok, hanno rispettato le disposizioni e hanno potuto continuare a operare senza restrizioni.
La misura ha colpito un totale di 26 servizi online non registrati, generando caos nelle comunicazioni quotidiane e nel settore imprenditoriale, e alimentando un malcontento diffuso. I cittadini hanno espresso la loro rabbia in piazza, chiedendo al governo di rivedere il divieto e denunciando, al contempo, la persistenza della corruzione tra le istituzioni.
Giovani in piazza contro il governo del Nepal per il blocco dei social media: morti e feriti
La protesta ha rapidamente degenerato in scontri violenti con le forze dell’ordine. Secondo le autorità locali, la polizia ha utilizzato gas lacrimogeni, cannoni ad acqua e proiettili di gomma per disperdere i manifestanti che tentavano di avvicinarsi al parlamento e agli edifici governativi principali.
Diversi ospedali hanno faticato a gestire l’alto numero di feriti, stimato oltre 80, mentre le vittime accertate sono almeno 16, secondo il The Guardian. Le autorità hanno imposto un coprifuoco nelle zone centrali della capitale, tra cui il palazzo presidenziale e la residenza del primo ministro, per contenere la situazione.
La mobilitazione ha messo in luce non solo la protesta contro il blocco dei social media, ma anche una più ampia richiesta di trasparenza e responsabilità politica.
BREAKING 🚨 There are allegations of corruption against P M KP Sharma Oli’s Govt in Nepal. As the protests grew on social media, the govt imposed bans on several platforms.
Now, the youth, especially in Kathmandu, have taken to the streets.#Nepal pic.twitter.com/OjTM8UJn4O
— Shruti Dhore (@ShrutiDhore) September 8, 2025