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Giudice morta nella sua casa di Pesaro: indagato il marito

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Il marito della giudice Francesca Ercolini è stato indagato per maltrattamenti, la donna avrebbe subito vessazioni per anni prima di suicidarsi

Francesca Ercolini, giudice di 51 anni originaria di Campobasso, si è tolta la vita nella sua abitazione di Pesaro nel dicembre 2022. Era presidente della Seconda sezione civile al tribunale di Ancona.

Giudice morta suicida

Il corpo era stato ritrovato dal marito, Lorenzo Ruggeri avvocato di 56 anni, e dal figlio. Ora il principale indagato è proprio il compagno, che secondo le nuove informazioni sul caso sarebbe stato artefice di maltrattamenti ai danni della moglie. Le indagini sono condotte dalla Procura de L’Aquila. È stato avviato anche un secondo procedimento presso il Tribunale dei Minori, a carico del figlio adolescente che sembrerebbe concorrente del reato, a seguito della denuncia presentata da alcuni familiari della giudice.

La confessione del cugino

Le dichiarazioni del cugino di Francesca, Carlo Perrella, hanno aiutato a dare una svolta alle indagini. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, l’uomo ha raccontato agli inquirenti: “Venne ad agosto dell’anno scorso a inaugurare un busto dedicato a mia madre, l’ex consigliera regionale del Molise Angiolina Fusco Perrella, morta nel 2021. Io stesso mi accorsi di certi lividi in volto. Il figlio ha dei problemi ma lei non ne voleva parlare” aggiungendo “Parlai con la sua donna delle pulizie, all’obitorio di Pesaro, mi raccontò tutto il dramma di Francesca, la sua crisi, la sua profonda depressione per ciò che era costretta a subire da tempo“.

Indagato il marito

Le prove che hanno portato la Procura a ritenere che il marito avesse sottoposto la giudice “a una vita non conforme alla normale esistenza“, sono una serie di testimonianze dei familiari, compresi chat e video. In particolare, la madre di Francesca ha mostrato agli inquirenti gli scambi di messaggi su WhatsApp, in cui risultavano evidenti lividi ed escoriazioni su diverse parti del corpo, che “sarebbero il risultato delle violenze domestiche cui era sottoposta la donna“.