> > Giulia Galiotto uccisa dal marito a sassate, Marco Manzini torna in semilibertà

Giulia Galiotto uccisa dal marito a sassate, Marco Manzini torna in semilibertà

Giulia Galiotto

Giulia Galiotto è stata uccisa a sassate dal marito Marco Manzini, che ora torna in semilibertà. La reazione della famiglia.

Giulia Galiotto è stata uccisa a sassate dal marito Marco Manzini a febbraio del 2009. Ora l’uomo torna in semilibertà. 

Giulia Galiotto uccisa dal marito a sassate, Marco Manzini torna in semilibertà

Marco Manzini, nel febbraio 2009, ha ucciso la moglie colpendola con una pietra in testa, per poi inscenare un suicidio. Il fatto è accaduto a San Michele dei Mucchietti. Nel 2013 è stato condannato a 19 anni e 4 mesi di reclusione per il delitto. Nonostante la conferma della Cassazione, da febbraio l’uomo è in stato di semilibertà e si trova presso i servizi sociali. Non è ancora scaduta la pena pena decretata dalle autorità, ma l’uscita dal carcere è stata anticipata al 2025 per buona condotta. Nonostante manchino ancora tre anni, Manzini è tornato ad avere una vita normale. I genitori hanno scoperto l’accaduto attraverso una lettera degli avvocati difensori dell’uomo, in cui hanno sottolineato la disponibilità di Manzini di fornire “600 euro annuali come risarcimento“. 50 euro al giorno “compatibilmente con la situazione economica“. Un’offerta che ha indignato la famiglia. 

La reazione della famiglia

Non accettiamo alcuna mediazione anche se ora sembreremo noi i cattivi. Manzini vuole incontrarmi? Lo faccia per dirmi la verità e non le frottole che ha raccontato in tribunale. Dopo aver ucciso mia figlia ci ha chiamato prendendoci in giro. Abbiamo assistito alle schifezze che ha detto su di lei in tribunale e non ha mai mostrato alcun pentimento. Oggi noi non sappiamo nulla di lui, mentre lui sa tutto di noi. Chi ci garantisce che questo individuo non ci venga a cercare?” ha dichiarato la mamma della vittima. Per Manzini era stato disposto lo sconto di pena con rito abbreviato. “Sforzo notevole da parte della giustizia per minimizzare il suo gesto: da delitto premeditato è diventato un diritto d’impeto per scompenso emozionale” ha commentato la famiglia. Il fine pena per buona condotta sarebbe nel 2025, ma i suoi 19 anni scadrebbero nel 2028. La famiglia della vittima ha spiegato di aver scoperto che lavora a tempo indeterminato in un’azienda. “La giustizia continua a prenderci in giro. A noi non interessano i soldi, ma la giustizia sta uccidendo Giulia due volte” hanno dichiarato.