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Guerra in Ucraina, McDonald’s annuncia chiusura di 850 ristoranti in Russia

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La catena di fast-food McDonald’s ha deciso di annunciare la chiusura temporanea di 850 negozi in Russia per protestare contro la guerra in Ucraina.

La catena di fast food McDonald’s ha annunciato la chiusura temporanea degli 850 negozi dislocati su territorio russo in segno di protesta rispetto all’invasione dell’Ucraina.

Guerra in Ucraina, McDonald’s annuncia chiusura di 850 ristoranti in Russia

Nella giornata di martedì 8 marzo, McDonald’s ha comunicato la chiusura temporanea degli 850 ristoranti che possiede in Russia. La decisone è strettamente legata all’invasione russa dell’Ucraina. Nonostante la chiusura dei punti vendita, la catena di fast-food ha riferito che “proseguirà a pagare i suoi 62.000 dipendenti, che hanno dato anima e corpo per il nostro marchio”.

La società, inoltre, ha sottolineato che le attività disseminate entro i confini della Russia e dell’Ucraina fatturano il 9% delle sue entrate annuali corrispondenti a circa 2 miliardi di dollari.

La presa di posizione di McDonald’s rappresenta un nuovo duro colpo all’economia russa. Sono sempre di più i brand europei e americani che hanno riferito di voler lasciare la Russia o di voler smettere di investire nel Paese guidato da Vladimir Putin.

In questo contesto, va sottolineato che McDonald’s è proprietaria dell’84% delle sue sedi russe. Altri brand di fast-food come Kfc, Burger King e Pizza Hu, invece, sono perlopiù in franchising.

La decisione della società è stata diramata dal CEO di McDonald’s, Chris Kempchinski, che ha dichiarato: “I valori in cui crediamo ci portano a non poter ignorare l’inutile sofferenza umana che si sta verificando in Ucraina”.

Il CEO ha anche precisato che al momento la società non è in grado di prevedere quando i suoi ristoranti russi potranno riaprire.

Non solo McDonald: anche Kfc, Ferrari, Coca-Cola e Starbucks lasciano Mosca

Non solo McDonald’s. In Russia, continuano ad aumentare i brand che hanno annunciato la chiusura dei propri punti vendita o la sospensione degli investimenti. Alla rinomata catena di fast-food, sempre nella giornata dell’8 marzo, si sono aggiunti anche Kfc e Ferrari.

Nella tarda serata di martedì 8, poi, la lista dei marchi che hanno deciso di mettere in stand-by i rapporti economici e commerciali con Mosca ha continuato ad allungarsi.

Insieme alle recenti McDonald’s, Kfc e Ferrari, infatti, anche Starbuks ha sospeso in via ufficiale i suoi affari con la Russia e ha chiuso i suoi caffè disseminati sul territorio nazionale. Allo stesso modo, Coca-Cola e Pepsi Cola hanno deciso di ritirarsi dalla Nazione in guerra con l’Ucraina e hanno interrotto le relazioni commerciali con Mosca.

Crisi economica russa e brand ancora in affari con la Russia

A proposito della crisi economica che si sta furiosamente abbattendo sulla Russia, il Washington Post ha scritto: “L’isolamento finanziario della Russia deve superare ciò che i governi occidentali possono imporre, e far sentire alle aziende che le operazioni là sono rischiose sia per la loro immagine pubblica, sia per il loro bilancio”.

Il direttore del gruppo di controllo della corruzione finanziaria, Gary Kalman, poi, ha spiegato al quotidiano che “l’impatto finanziario non scuoterà il mercato o il prezzo delle azioni, ma penso che la minaccia reputazionale sia maggiore in termini di percezione delle persone”.

Intanto, tra i grandi marchi europei e americani che continuano a fare affari con Mosca, figurano ancora aziende come Philips Morris e tante altre.