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Guerra in Ucraina, Biden: “Negli USA non saranno più accettate importazioni di petrolio e gas dalla Russia”

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Il presidente americano Joe Biden è intervenuto sulla guerra in Ucraina e ai provvedimenti che gli USA hanno deciso di adottare contro la Russia.

Il presidente americano Joe Biden ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito alla guerra in Ucraina e ai provvedimenti che gli Stati Uniti d’America hanno deciso di adottare contro la Russia.

Guerra in Ucraina, Biden: “Negli USA non saranno più accettate importazioni di petrolio e gas russi”

Nel pomeriggio di martedì 8 marzo, il presidente americano Joe Biden ha annunciato che gli Stati Uniti d’America metteranno completamente al bando le importazioni dalla Russa legate al settore energetico. Nello specifico, Biden ha dichiarato: “Non saranno più accettate importazioni di petrolio russo, gas e carbone. Il popolo americano darà un altro potente colpo a Putin: gli Stati Uniti non vogliono sovvenzionare la guerra di Putin in Ucraina – e ha ribadito –. L’Ucraina non sarà mai una vittoria per Putin, che sembra determinato a continuare il suo percorso assassino a qualunque costo”.

Il presidente americano, poi, ha sottolineato: “Putin ha già trasformato due milioni di ucraini in profughi. E se non risponderemo all’assalto di Putin alla pace globale e alla stabilità oggi, il costo della libertà sarà anche maggiore domani”.

Dopo aver elogiato il popolo ucraino che “ha ispirato il mondo con il suo coraggio, il suo patriottismo, la sua determinazione a vivere libero”, il discorso del democratico Joe Bien si è concentrato nuovamente sul leader del Cremlino: “La guerra di Putin ha causato una sofferenza enorme e una perdita inutile di vite di donne, bambini, di chiunque in Ucraina e anche di russi. Dobbiamo rimanere uniti e continuare a fare pressioni su Vladimir Putin”.

Biden: “Embargo importazioni di petrolio e gas è un danno a Putin ma ha conseguenze anche negli USA”

In merito alla necessità di esercitare nuove pressioni sul Governo di Mosca, il presidente americano ha comunicato la decisione di procedere all’embargo delle importazioni di petrolio e gas russi negli Stati Uniti. A proposito dell’iniziativa, che ha il sostegno sia dei democratici che dei repubblicani, ha affermato: “Questo è un passo che stiamo facendo per infliggere più danni a Putin ma con un costo qui negli Stati Uniti. Ho detto sin dall’inizio che sarei stato onesto con gli americani: difendere la libertà ha il suo costo anche per noi. La decisione di oggi non è senza un costo per noi. La guerra di Putin sta già danneggiando le famiglie americane e i benzinai. Da quando Putin ha iniziato la sua azione militare, il prezzo della benzina in America è salito di 75 centesimi e questa azione. La decisione di mettere l’embargo sulle forniture energetiche russe lo farà salire ancora di più – ma ha garantito –. Farò di tutto per minimizzare il prezzo degli aumenti scaturiti dalla guerra di Putin qui da noi”.

Infine, ricollegandosi a quanto stabilito in accordo con gli alleati e alle misure che prevedono il ricorso a riserve energetiche strategiche, Biden ha rivolto un monito alle grandi compagnie petrolifere: “Quanto sta accadendo non deve essere una scusa per esercitare aumenti dei prezzi eccessivi. L’aggressione russa sta costando a tutti noi, non è il momento di approfittarsene con i prezzi, voglio essere chiaro che non lo tollereremo. Intanto, molte compagnie petrolifere stanno dando l’esempio ritirandosi dalla Russia”.

E ha concluso: “Lavoriamo con gli alleati per ridurre la loro dipendenza energetica da Russia –e ha rimarcato –. Le sanzioni contro la Russia sono il più importante pacchetto di sanzioni mai approvato nella storia, stanno danneggiando l’economia russa e un rublo vale meno di un penny“.

Guerra in Ucraina, Zelensky alla Camera dei Comuni Britannica: “La Russia è uno Stato terrorista”

Nel pomeriggio di martedì 8 marzo, in collegamento con la Camera dei Comuni del Regno Unito, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha tenuto un discorso in videoconferenza.

Il presidente, dopo essere stato accolto con una clamorosa standing ovation, ha dichiarato: “Domanda per noi ora è ‘essere o non essere?’. Il dilemma shakespeariano. Oggi posso darvi una risposta definitiva: sì, essere – e ha aggiunto –. Noi non vogliamo perdere ciò che è nostro come un tempo voi non avete voluto arrendervi di fronte all’invasione nazista”.

Inoltre, Zelensky ha descritto con toni drammatici ed esasperati l’invasione russa del suo Paese e ha definito la Russia “uno Stato terrorista”. Riaffermando “l’eroismo” del suo popolo, poi, il presidente ucraino ha confermato che la Nazione resisterà e combatterà fino all’ultimo giorno del conflitto armato contro la Russia, proseguendo anche “nelle forestr”, qualora dovesse essere necessario.

Regno Unito, Johnson: “Io sono ucraino, fermeremo l’invasione russa dell’Ucraina”

In seguito all’intervento in collegamento video del presidente ucraino Zelensky, il primo ministro britannico Boris Johnson si è impegnato a garantire che il Regno Unito “continuerà a premere dando all’Ucraina le armi di cui ha bisogno e continuerà con la pressione economica su Vladimir Putin”. Johnson, inoltre, ha osservato che “è il momento di mettere da parte le nostre divergenze politiche“.

Nel cominciare il suo discorso, poi, il primo ministro inglese ha esordito con la frase “Io sono un ucraino”, volta a rievocare il celebre “Io sono un berlinese” pronunciato da John Fitzgerald Kennedy. A proposito della guerra in Ucraina, Boris Johnson ha affermato: “Gli ucraini stanno difendendo la loro patria da un’aggressione brutale e stanno ispirando milioni di persone. Fermeremo l’importazione di petrolio russo e utilizzeremo ogni strumento diplomatico, umanitario ed economico finché la Russia non avrà fallito in questa impresa disastrosa e l’Ucraina non sarà di nuovo libera“.

Alla Camera dei comuni, è intervenuta anche la leader dell’opposizione, Keir Starmer, che ha sottolineato: “Tutti sono rimasti commossi dal coraggio e dalla determinazione degli ucraini“.

Putin, firmato decreto per vietare import/export da alcuni con alcuni Paesi: la lista è segreta

In Russia, il presidente Vladimir Putin ha deciso di firmare un decreto per imporre il divieto di import ed export di alcune materie prime e di alcuni prodotti. Il provvedimento, siglato nel tardo pomeriggio di martedì 8 marzo, rimarrà in vigore fino al prossimo 31 dicembre 2022 e coinvolgerà alcuni Paesi. La lista degli Stati esclusi dall’import export non è stata rivelata ma sarà nota esclusivamente al Cremlino.

A quanto si apprende, tuttavia, il divieto sarà “sulle esportazioni fuori dalla Federazione Russa e/o sulle importazioni nella Federazione Russa di prodotti e/o materie prime secondo le liste predisposte dal governo russo”.

Guerra in Ucraina, Polonia cede a USA i suoi jet mig-29

In relazione alla guerra in Ucraina, la Polonia ha recentemente dichiarato di essere pronta a mettere a disposizione degli Stati Uniti i suoi jet mig-29, situati nella base aerea di Rammstein. In questo modo, i velivoli militari andrebbero sotto il controllo di Washington che potrebbe destinarli al Governo di Kiev per rafforzare la resistenza contro l’avanzata russa entro i territori dell’Ucraina.

Cremlino, approvato cessate il fuoco dalle 10:00 ora locale di mercoledì 9 marzo

Nel frattempo, nella tarda serata di martedì 8 marzo, il Cremlino ha annunciato di aver approvato un nuovo cessate il fuoco temporaneo che inizierà alle 10:00 ora di Mosca, corrispondenti alle 08:00 ora italiana.

La tregua rinnovata dal Governo russo consentirà l’attivazione di nuovi corridoi umanitari in numerose città dell’Ucraina, compresa la capitale Kiev. La notizia è stata riferita dal quartier generale di coordinamento interdipartimentale della Federazione russa per la risposta umanitaria in Ucraina che è stato citato dall’agenzia di stampa Ria Nostovi.

Nello specifico, i corridoi umanitari riguarderanno le città di Kiev, Kharkiv, Mariupol e altri insediamenti ucraini.

Governo a Regioni: “Esodo profughi dall’Ucraina avrà dimensioni imponenti”

In contesto europeo, l’emergenza legata ai profughi che stanno scappando dalla guerra in Ucraina sta diventando sempre più urgente e pressante. A questo proposito, il parere sull’emergenza profughi ucraini espresso dal Governo italiano nell’ambito della Conferenza Unificata con Regioni, Comuni e Province è riassumibile nella seguente constatazione: “Non abbiamo di fronte un’emergenza di breve periodo, questo esodo avrà dimensioni imponenti”.

Alla Conferenza Unificata con Regioni, Comuni e Province, erano presenti anche alcuni ministri come il ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Mariastella Gelmini, e il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese. Inoltre, ha partecipato all’incontro anche il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio.

In questa circostanza, è stato riferito che il capo del Dipartimento della Protezione Civile “ha adottato una ordinanza per assicurare l’accoglienza, il soccorso e l’assistenza alla popolazione”. È quanto si può leggere in una circolare indirizzata ai prefetti dal capo di gabinetto del Viminale in merito alla questione dell’emergenza profughi dall’Ucraina.

La circolare specifica che è stato dettagliato “un primo rafforzamento della rete nazionale di accoglienza, con l’implementazione di circa 5 mila nuovi posti per il Cas (Centri di accoglienza straordinaria), e di 3 mila disponibilità aggiuntive della rete del sistema di accoglienza e integrazione Sai”.