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Guerra in Ucraina, Onu su esodo dei profughi: “Quattro milioni di persone in fuga”

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Guerra in Ucraina: secondo le stime dell’Onu, dal Paese attaccato dalla Russia potrebbero tentare di fuggire oltre quattro milioni di profughi.

Guerra in Ucraina: secondo le stime dell’Onu, dal Paese attaccato dalla Russia potrebbero tentare di fuggire oltre quattro milioni di profughi.

Guerra in Ucraina, Onu su esodo dei profughi: “Quattro milioni di persone in fuga”

Il presidente ucraino Vlodymyr Zelensky ha ordinato la mobilitazione generale, chiamando alle armi coscritti e riservisti e imponendo di fatto agli uomini di età compresa tra i 18 e i 60 anni di restare in Patria. Donne e bambini, intanto, stanno marciando verso il confine del Paese nel tentativo di sfuggire alla guerra in Ucraina.

Secondo quanto riferito dall’ONU, potrebbero essere oltre quattro milioni i profughi che proveranno a lasciare la Nazione. In una simile ipotesi, l’organizzazione ha riconfermato il suo sostegno e ha garantito la sua decisione di fornire assistenza ai cittadini in fuga.

La decisione dell’ONU è stata ribadita da un portavoce dell’UNHCR, agenzia dell’ente che specializzata nella cura dei rifugiati. Per il portavoce, circa 100.000 ucraini hanno già superato il confine, spostandosi in Paesi che confinano con l’Ucraina come Polonia, Moldavia, Slovacchia e alcuni addirittura in Russia. Intanto, il portavoce ha anche rivelato che l’UNICEF sta incrementando la sua presenza in Polonia, Moldavia e Romania ma anche in Slovenia e Ugheria in modo tale da creare nuove vie di fuga e rifugi da destinare a donne e bambini.

Profughi in viaggio verso il confine: l’intervento della Polonia e dell’Ungheria

La pressione sui confini dell’Ucraina sta aumentando in modo sostanziale con il trascorrere delle ore. Per questo motivo, in Italia, il Dipartimento della Protezione Civile invierà al Paese, attraverso il Meccanismo europeo, 200 tende da campo con una capacità di 1.000 posti letto totali.

Nel frattempo, gli ingorghi di automobili che tentano di abbandonare Kiev verso Ovest sono sempre più lunghi, in considerazione di quanto riportato dal quotidiano francese Le Figaro. I cittadini, infatti, stanno tentando la fuga nonostante gli appelli delle truppe ucraine con i quali si è tentato di trattenere le persone a casa e proteggerle dall’avanzata degli invasori russi nella periferia della capitale Kiev.

I responsabili della città polacca di Przemysl, inoltre, hanno riferito di aver accolto oltre 1.000 ucraini. La Polonia, dopo aver azzerato le misure anti-Covid, ha istituito nove punti di accoglienza per ricevere i profughi che valicano il confine.

L’Ungheria, invece, ha dichiarato che aprirà un corridoio umanitario destinato ai cittadini di Paesi terzi come l’India o l’Iran che stanno tentando di lasciare l’Ucraina, facendoli entrare entro i propri confini senza visto e reindirizzandoli verso l’aeroporto internazionale più vicino, situato a Debrecen. La notizia è stata diffusa dal ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto.

Testimonianze, il racconto di Okanna: “È un inferno”

Raccapriccianti le testimonianze di coloro che stanno affrontando un viaggio infinito per uscire dall’Ucraina. Donne e bambini abbandonati in balia di se stessi, privati di generi di conforto o servizi igienici, hanno trascorso 15 ore in fila per lasciare l’Ucraina e raggiungere la Polonia.

La drammatica esperienza di una donna ucraina e dei suoi bambini di 9 e 11 anni in fuga da Leopoli verso la Polonia è stata raccontata a QuotidianoNazionale.it da Okanna, madre e nonna dei protagonisti del racconto che vive da 20 anni in Italia. Okanna ha spiegato: “Ho sentito mia figlia ieri sera e stamattina alle 11: da prima delle 9 era in fila, insieme a centinaia di persone, per raggiungere il confine e riuscire ad entrare in Polonia. Stamattina aveva ancora 500 persone davanti a sé. Mi ha raccontato che fanno passare non più di quattro persone ogni ora e ogni 8 ore si blocca tutto per il cambio della guardia al confine. Lei con i suoi due bambini ha abbandonato tutto, compreso il marito perché gli uomini non li fanno passare – e ha aggiunto –. È un inferno! Centinaia di persone ammassate, non ci sono file divise per donne con bambini o sole. Mia figlia mi ha raccontato, prima di spegnere il cellulare per evitare che si scaricasse e non potesse più essere raggiungibile, che sono tutti ammassati lì in fila, senza nessun controllo o organizzazione, con gente che spinge, senza alcun genere di conforto, nemmeno l’acqua. Mi ha anche raccontato di episodi di intemperanza se non di ‘aggressione’ tra la gente in fila, tutti ammucchiati prima di raggiungere il cancello. Tanti disperati sono tornati indietro ma non sanno dove andare.  I polacchi, al contrario – ha proseguito Okanna – sono molto organizzati, ci sono centri di raccolta, molti sono disposti ad accogliere donne e bambini in casa e pare che sia anche possibile lavorare. In Ucraina la situazione è terribile non riesco a vedere una via d’uscita. I negozi sono vuoti, non c’ è nemmeno il pane, i bancomat non funzionano e comunque non vengono accettati. Le scuole, i nidi, tutto chiuso, deserto. Solo davanti ai bancomat ci sono file dove dopo una giornata di attesa si riesce ad ottenere il corrispettivo di pochi euro. È la guerra, è la guerra. Non so veramente cose aspettarci, che fine faremo. La mia speranza è che dalla Polonia riesca a trovare il modo per raggiungermi in Italia – e ha concluso –. I bambini piangono, sono viola per il freddo dopo tutta la notte all’addiaccio, cerca di distrarli giocando”.

La figlia di Okanna e i suoi bambini, infine, sono riusciti a oltrepassare il confine alle 14:30 di venerdì 25 febbraio.