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Dopo giorni di silenzio seguiti al cessate il fuoco con Israele, la Guida Suprema dell’Iran Ali Khamenei è riapparsa in un messaggio video trasmesso dalla televisione di Stato. Si tratta della sua prima dichiarazione pubblica dall’interruzione delle ostilità tra Teheran e Tel Aviv. Il leader ha commentato il conflitto, rivolgendosi direttamente agli Stati Uniti.
Gli Stati Uniti e gli incentivi miliardari per riportare l’Iran al tavolo negoziale sul nucleare
Teheran valuta i danni agli impianti nucleari dopo il conflitto con Israele
Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, ha affermato che i danni riportati dagli impianti nucleari del Paese a causa della guerra di 12 giorni con Israele sono da considerarsi significativi. Secondo quanto riportato dalla televisione di Stato, Araghchi ha spiegato che Teheran ha avviato una valutazione sull’impatto complessivo del conflitto.
Ha inoltre fatto sapere che gli esperti dell’Organizzazione per l’Energia Atomica iraniana sono attualmente impegnati in un’analisi approfondita delle strutture colpite. Tra le priorità del governo, ha aggiunto, figura ora l’apertura di un dossier per la richiesta di risarcimento danni.
Guerra Israele-Iran, Khamenei torna in video e attacca
“Le seconde congratulazioni sono per la vittoria del nostro caro Iran sul regime americano. Il regime americano è entrato in guerra aperta perché sentiva che, se non l’avesse fatto, il regime sionista sarebbe stato completamente distrutto. Tuttavia, non ha ottenuto nulla da questa guerra. Anche in questo caso, la Repubblica Islamica è uscita vittoriosa e, in cambio, ha dato un duro schiaffo in faccia all’America.
Si tratta della prima dichiarazione pubblica del leader iraniano da quando è entrata in vigore la tregua con Israele. La scelta di rompere il silenzio arriva in un momento delicato, mentre crescevano interrogativi e speculazioni sull’assenza della Guida Suprema, generando preoccupazione sia negli ambienti istituzionali sia tra i cittadini.
Nel suo intervento, Khamenei si è rivolto direttamente all’ex presidente Donald Trump, accusandolo di aver sminuito l’effetto dell’attacco alla base aerea di Al Udeid, in Qatar, considerata la più importante delle forze americane in Medio Oriente. Secondo la versione iraniana, il raid avrebbe provocato danni significativi, mentre Trump lo aveva definito “debole” e privo di conseguenze rilevanti.
L’ayatollah ha infine ridimensionato l’impatto degli attacchi americani contro i siti nucleari iraniani, affermando che “non è accaduto nulla di rilevante”. Tuttavia, la CIA ha dichiarato il contrario, sostenendo di avere prove che le infrastrutture colpite sono state gravemente danneggiate e che la loro ricostruzione potrebbe richiedere anni.