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Alberto Moravia: le opere più importanti e le frasi celebri

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Alberto Moravia fu uno dei più grandi romanzieri e pensatori del 900, la sua eredità letteraria è immensa.

Alberto Pincherle è stato uno scrittore che toccò tanti settori oltre alla narrativa. Non fu solo un grande romanziere del XX secolo, ma anche reporter di viaggi, giornalista, scrisse saggi, drammi e si occupò perfino di critica cinematografica. Era conosciuto a tutti come Alberto Moravia. Nacque a Roma il 28 novembre del 1907, dove morì nel settembre del 1990, Alberto Moravia fu tra i primi scrittori a trattare argomenti attuali, come sessualità, comportamenti sociali ed esistenziali, in termini moderni, che tuttora si adattano perfettamente alla situazione dei giorni nostri.

Alberto Moravia: l’opera più famosa

L’opera di Alberto Moravia che gli valse gran parte del suo successo, o quanto meno, quella che decretò la sua celebrità nel mondo della scrittura, fu il romanzo Gli indifferenti, pubblicato nel 1929. La sua carriera fu costellata da un gran numero di romanzi, tutti di grande spessore sociale e attualità, nonostante fossero stati pubblicati dai primi anni ’30.

I temi costanti, presenti nelle sue opere, parlavano di mancanza di moralità, l’ipocrisia che avvolge l’uomo nelle situazioni di responsabilità e l’incapacità dell’essere umano, nel trovare la propria felicità. Ciò che rese grandi i romanzi di Moravia, fu lo stile di scrittura, semplice e austero, che presentava vocaboli comuni, ma con una sintassi elaborata ed elegante.

Le opere negli anni del regime fascista

Durante il periodo storico del fascismo, le opere di Moravia vennero tenute sotto stretto controllo da parte del regime, a causa della sua origine ebraica. Alcuni dei suoi scritti, infatti, vennero addirittura vietati. Su Le ambizioni sbagliate, nel 1935, scrisse alcune recensioni che vennero addirittura vietate, altri scritti, come La maschera del 1941, vennero sequestrati, mentre per altri, come Agostino del 1943, ne venne impedita la pubblicazione.

Alberto Moravia non si diede per vinto e nel periodo del fascismo, continuò a pubblicare utilizzando uno pseudonimo e scrivendo in modo allegorico. Inoltre, iniziò la sua attività giornalistica e nel periodo che va dal 1935 al 1940, pubblicò diversi racconti, tra i quali, I sogni del pigro, L’imbroglio e La bella vita.

Alberto Moravia: le altre opere

Nel dopoguerra, lo scrittore visse per diversi anni all’estero, passati i quali riprese la sua scrittura liberamente e senza censure. Continuò a dedicarsi al giornalismo e si affacciò sul teatro, cinema e la saggistica. Proprio nell’ambito teatrale, scrisse alcune opere, come Beatrice Cenci, La vita è un gioco e Il dio Kurt e nello stesso periodo, scrisse e pubblicò diversi saggi. Moravia iniziò la sua carriera da scrittore sulla rivista ‘900, sulla quale pubblicò numerosi racconti, come Cortigiana stanca del 1927 e negli anni successivi, fino al 1929, pubblicò Delitto al circolo del tennis, Apparizione e Il ladro curioso.

Da allora, la sua, fu una strada sempre in salita, che lo vide trattare gli argomenti più moderni e attuali anche per i tempi nostri e lo vide affacciarsi su diversi settori e toccare diversi argomenti, dalla politica al cinema. Da molti e con affetto è ricordata anche la moglie di Alberto Moravia.

Le frasi celebri di Alberto Moravia

Alberto Moravia, oltre a grande scrittore, romanziere, critico, giornalista e poeta, fu anche un filosofo dei suoi tempi, un pensatore, un analizzatore della società, e l’incredibile attualità delle sue frasi celebri, fa sembrare quasi che Moravia avesse il dono della previsione, poiché sembrerebbero scritte da un autore che visse, già a quei tempi, le vicende dei nostri giorni.

Moravia disse che ”quando le informazioni mancano, le voci crescono”. Questa frase, per esempio, si affibbia perfettamente al fenomeno moderno dei social network, per i quali addirittura si è svolta un’interrogazione europea per contrastare il fenomeno delle fake news. Ma ovviamente, Moravia, non immaginava neppure che ci sarebbe stato uno strumento, internet, che avrebbe dato parola a tutti, anche a chi non fosse titolato. E in fine, Moravia disse che “gli elettori non si sentono responsabili per i fallimenti del governo che hanno votato“. Parliamo di frasi pronunciate a metà del ‘900, eppure, così attuali e moderne.