> > Cosa sono le pietre d'inciampo e dove sono

Cosa sono le pietre d'inciampo e dove sono

Colosseo

Ci sono molte pietre d'inciampo in Italia ma pochi sanno cosa sono e soprattutto dove si trovano. Scopriamolo insieme.

Cosa sono le pietre d’inciampo? Ce ne sono molte nel nostro Paese ma lo scopo non è certo quello che indica il nome. Si tratta di blocchi di ottone ideati dall’artista tedesco Gunter Demnig e posizionati davanti ad alcune abitazioni, a livello del suolo.

Le pietre d’inciampo e la loro storia

Le pietre d’inciampo e sono posizionate davanti alle porte delle case dove hanno vissuto le vittime della Shoah.

L’ideatore di questa iniziativa è un artista tedesco, che in questo modo ha voluto condannare l’orrendo crimine di cui si è macchiato proprio il suo Paese.

I blocchi di ottone vengono posizionati a livello della strada e sopra ci sono delle incisioni.

Sono simili a sanpietrini ma molto lucenti, vediamo dove si trovano.

Dove si trovano le pietre d’inciampo

In Europa ci sono circa 70mila pietre d’inciampo (Germania, Austria, Belgio, Croazia, Francia, Olanda, Polonia, Ucraina, Slovenia, Spagna, Slovacchia, Ungheria, Belgio), 384 solo nella capitale italiana. Sempre in Italia, ce ne sono altre a: Torino, Siena, Venezia, Reggio Emilia, Genova, Bolzano, Livorno, Milano e L’Aquila, per un totale di 2.378.

L’iniziativa è nata grazie a Gunter Demnig come reazione al negazionismo e per ricordare le vittime del Nazismo. La prima installazione è del 1993 in Colonia e a distanza di tanti anni, l’artista posa ancora personalmente ogni pietra.

“Le persone vengono dimenticate solo quando viene dimenticato il loro nome”, queste le parole che ha fatto sue.

Cosa c’è scritto sulle pietre d’inciampo

Su questi mattoncini di circa 10 cm x 10 cm, c’è scritto infatti il nome della persona, poi l’anno di nascita, il giorno e il luogo di deportazione. Infine, la data della morte.

Dietro c’è un grande lavoro per reperire le informazioni e l’obiettivo, nobilissimo, è quello di mantenere viva la memoria e “colpire” emotivamente chi osserva le pietre, mostrando appunto dove si svolgeva la vita dei deportati prima dell’arresto.