Claudia Marcotulli Come ha ribadito il ministro Sangiuliano: “Il canto lirico italiano è un’eccellenza mondiale che rappresenta il Paese in tutto il mondo.” Queste le parole che commentano la decisione dell’Unesco di inserire questa arte fra i patrimoni immateriali dell’umanità.
Il canto lirico italiano patrimonio dell’umanità Unesco
Alla vigilia dell’inaugurazione della stagione alla Scala, che avverrà come da tradizione nel giorno di Sant’Ambrogio, l’Unesco ha deciso di inserire il canto lirico italiano fra i patrimoni immateriali dell’umanità.
La proclamazione è avvenuta durante il vertice in Botswana, dove i paesi membri del Comitato per il Patrimonio immateriale si sono riuniti.
La felicità di Sangiuliano sulla decisione dell’Unesco
Il primo a commentare quando accaduto è stato il ministro Sangiuliano, che ha confermato l’eccellenza del canto lirico italiano, come un biglietto da visita importante che contraddistingue il nostro Paese nel mondo.
“Si tratta di una consacrazione ufficiale di quello che già sapevamo e ringrazio Gianmarco Mazzi per la candidatura presentata. Questa bella notizia si unisce a quella del rinnovo del contratto delle Fondazioni lirico sinfoniche, il quale non veniva rinnovato da 20 anni”.
Il traguardo di oggi è stato raggiunto positivamente dopo n percorso lungo e tortuoso avviato nel 2011, quando i solisti lirici crearono un’associazione per riunire i membri della categoria e consentire un confronto professionale sulle diverse problematiche.
Fra i temi caldi, la diffusione del valore della musica lirica come eccellenza dell’Italia. Anche il baritono Roberto Abbondanza ha commentato la decisione dell’Unesco: “Abbiamo lavorato tutti insieme, anche gli studenti dei Conservatori, per raggiungere questo riconoscimento, dopo la bocciatura nel 2014. È straordinario esserci riusciti”.
