Hugo Vickers, storico e confidente della famiglia reale, lo dice senza giri di parole: il Principe Harry dovrebbe tacere, accettare la sconfitta e fare un passo indietro.
Principe Harry, Re Carlo e quel legame ormai spezzato: “Nessuno si fida più di lui”
Le sue dichiarazioni a Page Six suonano come un’amara constatazione.
“Nessuno si fida di lui. Questo è il punto”. E quando dice nessuno, intende proprio tutti: dalla Corona agli ex alleati.
Vickers non risparmia nemmeno Meghan. Anzi, rilancia: “Non si fidano né di lui né di lei. E senza fiducia, nessuna relazione regge”. Forse si potrà perdonare, ma non dimenticare. Ed è lì che si spezza tutto. Il rapporto col padre, con il fratello, con chi avrebbe dovuto tendergli la mano. Ormai è solo un ricordo lontano.
Ogni uscita pubblica del Principe Harry sembra un altro chiodo sulla bara dei rapporti con i Windsor. Troppa esposizione. Troppa rabbia. Troppa voglia di raccontare. “Il problema”, dice Vickers, “è che ogni volta che Harry parla, la famiglia finisce sui giornali. Proprio come succedeva con Diana. È lo stesso schema, identico”.
Re Carlo prende le distanze dal principe Harry: tra accuse, silenzi e un perdono che non arriva
Quando Harry ha parlato alla BBC della malattia di Re Carlo, ha riaperto una ferita che forse non si era mai chiusa. E Vickers non lo perdona: “È stato vergognoso. Se non parli con tuo padre, come fai a sapere come sta?”. Il paragone con Diana torna prepotente. “Ai tempi, il principe Filippo scrisse a Diana: ogni volta che Carlo ti parla, il giorno dopo è tutto sui giornali. Ora succede lo stesso con Harry”.
Persino l’ultimo tentativo di riavvicinamento, durante gli Invictus Games, è fallito. Harry avrebbe chiesto un incontro con il padre. Nulla. Nessuna risposta. Silenzio pesante. Sperava di ribaltare la situazione, ma non è andata così. Neanche in tribunale. Un’altra sconfitta, arrivata pochi giorni prima dell’intervista incriminata.
La chiusura di Vickers è definitiva: “Basta. Il re ha già abbastanza da fare. Non ha bisogno di un figlio che si lamenta ogni volta. Non ora”.
E con questa frase, forse, anche l’ultima speranza si spegne.