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Il piano dell’Italia per non dipendere più dalla Russia: gas liquido, Tap e trivelle

Le soluzioni dell'Italia per sfuggire agli effetti economici della crisi russo-ucraina

Da un lato una crisi geopolitica mondiale, dall'altro il fabbisogno energetico dei paesi: il piano dell’Italia passa per gas liquido, Tap e trivelle

C’è un piano dell’Italia per non dipendere più dalla Russia in quanto ad approvvigionamento di gas e passa per tre step possibili e quanto mai urgenti: gas liquido, Tap e trivelle. L’escalation ormai irreversibile fra Mosca e Kiev impone un immediato cambio di passo energetico. Il caro bollette e la politica di endorsement sulle sanzioni potrebbero ridurre l’Italia energeticamente in ginocchio, con un 2020 in cui il paese ha importato oltre il 40% del fabbisogno di gas dalla Russia. 

Gas liquido, Tap e trivelle, come uscire dalla crisi Russia-Ucraina

Ecco che quindi le tre alternative teoriche su cui l’Italia potrebbe puntare per una maggior indipendenza da Mosca sul gas diventano imperativi pratici. Quali sono? Il gasdotto trans-adriatico TAP, la produzione interna maggiorata e il gas liquefatto (GNL). Partiamo dalla produzione interna di gas: i nostri giacimenti contengono oltre 90 miliardi di metri cubi di gas, a noi ogni anno ne servono 70 e ad oggi vengono estratti solo 3 miliardi di metri cubi. Adeguando gli impianti si potrebbe arrivare a 6, senza contare che estrarsi il gas da soli significa spendere il 10% di quello che si spende per importarlo. Poi c’è il gas liquido. Che significa? Che una volta portato a meno 260 gradi il gas può essere stoccato in forma liquida e trasportato via nave. 

Nuovi mercati e una rotta potenziata con l’Azerbaijan

Il che aprirebbe mercati nuovi come quello Usa ed australiano. Ma la vera via maestra sarebbe il tanto contestato Trans Adriatic Pipeline o Tap. Quello trasporta in Italia il gas dell’Azerbaijan. Il Tap è in funzione dal  2020: attraverso Georgia, Turchia, Grecia, Albania e il Canale d’Otranto il gas arriva in Puglia. Nel 2021 con il tap sono giunti in Italia circa 7 miliardi di metri cubi di gas, vale a dire il 10% del fabbisogno del paese. Tuttavia nel biennio 2023/2024 il tap potrebbe portare in Italia addirittura 25 miliardi di metri cubi di gas in seguito a progetti già in itinere. Sarebbero solo 3 miliardi in meno dei 28 che dalla Russia hanno preso la via dell’Italia nel 2020.