La COP30 di Belém rappresenta un momento cruciale nella lotta globale contro i cambiamenti climatici, con quasi 200 Paesi riuniti per negoziare strategie comuni e ambiziose. Tuttavia, un incendio scoppiato nei padiglioni centrali ha temporaneamente sospeso i lavori, mettendo alla prova la capacità dei delegati di mantenere la concentrazione e portare avanti accordi su temi delicati come l’uscita dai combustibili fossili.
Incendio alla COP30 di Belém: evacuazione e primi soccorsi
Un incendio ha improvvisamente colpito la COP30 di Belém, nel padiglione centrale, costringendo gli organizzatori a evacuare immediatamente i partecipanti verso la green zone, situata all’altro lato del complesso. Le fiamme, che si sono originate vicino all’ingresso principale, hanno generato una colonna di fumo densa e visibile anche dall’esterno, spaventando delegati e visitatori.
Agenti di sicurezza e personale delle Nazioni Unite hanno agito prontamente con estintori, mentre i vigili del fuoco sono intervenuti poco dopo per mettere l’area in sicurezza. Come riportato dal ministro brasiliano del Turismo Celso Sabino, il rogo è stato “messo sotto controllo” senza causare feriti.
Le prime ipotesi suggeriscono che l’incendio possa essere stato innescato da un guasto al generatore o da un cortocircuito. Tredici persone hanno riportato intossicazione da fumo e sono state curate sul posto. Come ricordato da Teresa Anderson di ActionAid, “Significa che c’è molto da fare con poco tempo a disposizione. C’erano già enormi divari da colmare e questo non aiuterà”.
Incendio alla COP30 di Belém: ripresa dei lavori e pressioni sui negoziati
Poche ore dopo l’incidente, la COP30 ha ripreso le attività. La presidenza brasiliana e l’UNFCCC hanno confermato che la sede è stata ispezionata e dichiarata sicura. La Blue Zone, cuore dei negoziati ufficiali, è stata riaperta in serata, mentre l’area dei padiglioni colpita dal fuoco rimane chiusa per tutta la durata della conferenza.
I lavori continuano sotto la pressione dei quasi 200 Paesi partecipanti, con il presidente della conferenza André Corrêa do Lago alle prese con una bozza di accordo finale che non menziona ancora i combustibili fossili. La frustrazione dei delegati è palpabile: “Siamo profondamente preoccupati per l’attuale proposta, del tipo prendere o lasciare”, hanno scritto Colombia, Francia, Regno Unito, Germania e altri Paesi, esprimendo la necessità di includere una tabella di marcia per l’uscita dai combustibili fossili.
Il Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha ribadito l’urgenza di collaborazione e compromesso: “Mostrare disponibilità e flessibilità per ottenere risultati”, affermando che non intervenire con misure coraggiose sarebbe un fallimento.
Grave incêndio na COP30
Em vez de exemplo ambiental, a COP 30 virou símbolo de desperdício, material ruim e dinheiro público queimado. CPI já!
O governo Lula gastou quase R$ 500 milhões sem licitação com a OEI para organizar a COP30, além de bilhões em obras e contratos… pic.twitter.com/bvMGgYXZVH— Mídia Livre (@MidiaLibre) November 20, 2025