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Tragedia a Mestre, parla l’amica dell’autista del bus precipitato dal cavalcavia: “Era felice. Amava il suo lavoro”

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Un’amica dell’autista morto nell’incidente a Mestre e chi si trovava a bordo del bus precipitato dal cavalcavia ha ricordato l’uomo.

Alberta Bellussi, amica di Alberto Rizzotto, l’autista del bus morto nell’incidente a Mestre, ha rilasciato un’intervista a Fanpage.it per ricordare l’uomo. “Era gentile e attento, amava il suo lavoro”, ha rivelato la donna.

Incidente a Mestre, il ricordo dell’amica dell’autista del bus morto nella strage

“Era una persona buona, si vedeva dal suo viso”, ha dichiarato Alberta Bellussi a Fanpage.it, amica di Rizzotto e sua compaesana. Entrambi, infatti, risiedevano a Tezze di Piave, in provincia di Treviso. “Se parlo di lui, è perché non voglio che passi per una persona disattenta o per un criminale che non era. Amava il suo lavoro, era felice e si sentiva realizzato. Era anche un autista esperto. Quando aveva il turno di notte, Alberto dormiva tutto il pomeriggio. Aveva iniziato a lavorare da 90 minuti, non credo proprio che fosse stanco”, ha aggiunto, rivelando di aver visto crescere l’autista tragicamente deceduto e di avergli dato per anni ripetizioni di italiano e di inglese.

Nel corso dell’intervista, la donna ha ammesso di non avere idea di cosa possa essere successo all’amica ma ha anche detto di essere cerca che non avesse problemi di salute. “Stava bene. Alberto amava il suo lavoro ed era molto attento. Se quel guardrail non fosse stato di 40 centimetri, probabilmente una tragedia del genere non si sarebbe verificata”, ha affermato.

I messaggi a Rizzotto e la conferma della morte

Bellussi, poi, ha spiegato come ha fatto a capire che l’autista alla guida del bus precipitato dal cavalcavia a Mestre fosse proprio Rizzotto. L’amica, infatti, ha raccontato di sapere che l’uomo lavorava per i turisti e che li trasportava al camping. “Poco prima della tragedia, aveva postato sui social che stava per iniziare il suo turno di lavoro e per questo, quando in paese sono arrivate le prime notizie, abbiamo iniziato a scrivergli messaggi in massa. Nella chat di Messenger non entrava da tre ore e mezza, su Whatsapp dalle 18 del pomeriggio”, ha rivelato. “Tutti noi abbiamo iniziato a scrivergli sperando che rispondesse presto e che ci dicesse che non era coinvolto in quella tragedia, ma purtroppo non è andata così”.

L’amica della vittima ha anche rivelato di conoscere il tratto di strada che ha fatto da sfondo alla strage e che, nel corso degli anni, molti residenti si sono lamentati del guardrail sfondato dal pullman. “Da quello che so, decine di automobilisti e autisti ne parlano”, ha denunciato.

La dinamica dell’incidente

Per quanto riguarda il lavoro di Rizzato, la donna ha affermato che l’uomo conosceva “benissimo” la tratta. “Ci lavorava da quasi dieci anni. Non ricordo di averlo sentito lamentarsi del guardrail lì presente, ma posso dirle che molti automobilisti hanno espresso almeno una volta perplessità su quella barriera di sicurezza”, ha detto.

Infine, per quanto riguarda la dinamica dell’accaduto, Bellussi ha commentato le immagini immortalate nel filmato diffuso nelle ore che hanno seguito la strage e che mostrano il conducente del bus mentre perde leggermente il controllo del veicolo, “ma andava pianissimo e una tragedia simile non si spiega”.

“Noi siamo distrutti. Fa davvero rabbia pensare che spesso le situazioni vengono prese in mano dalle autorità quando ci scappa il morto. Io sto provando a raccontare a chi me lo chiede chi era davvero Alberto: una persona gentile e un gran lavoratore. Non merita che la sua memoria venga infangata”, ha concluso la donna.