> > Indonesia, 1200 morti: rischio epidemie e sepolture di massa

Indonesia, 1200 morti: rischio epidemie e sepolture di massa

Indonesia, almeno 1200 morti

I feriti vengono curati in strada, aumentando il rischio di diffusione di epidemie. Le vittime verranno seppellite in fosse comuni.

Continua a salire il bilancio delle vittime del terremoto in Indonesia. Secondo l’Ong indonesiana Aksi Cepat Tunggap, sono almeno 1203 i morti sull’isola di Sulawesi. I corpi sono stati ritrovati, per la maggior parte, nell’area della capitale provinciale Palu, situata sulla punta della baia che le onde dello tsunami hanno colpito con con particolare violenza. La Farnesina ha comunicato che, per il momento, non si registrano italiani tra le vittime e i dispersi.

Epidemie e sepolture di massa

Le autorità temono che il numero di vittime possa aumentare ulteriormente. L’esercito, infatti, non è riuscito a raggiungere tutti i villaggi situati nell’area settentrionale dell’isola. In particolare, si teme che la situazione a Donggala possa essere peggiore che a Palu. Dalla città provengono solo notizie frammentarie, ma le immagini trasmesse da una televisione locale mostrano devastazioni e allagamenti.

A causa della mancanza di strutture ospedaliere adeguate a fronteggiare il disastro, molti feriti vengono curati per strada. Una pratica che può favorire la diffusione di epidemie. Anche per questo motivo, per le vittime del terremoto si effettueranno sepolture di massa.

Indonesia, terremoto e tsunami

Caos in Indonesia

A Palu, centinaia di persone sono rimaste bloccate all’interno del centro commerciale e del più grande hotel della città. Altre centinaia di indonesiani che vivono in un complesso residenziale risultano dispersi. Circa 17mila persone sono state costrette a lasciare le loro abitazioni. Il presidente Joko Widodo ha visitato i rifugi provvisori: “Dobbiamo fare molte cose presto, ma le condizioni non ce lo permettono”.

In città si teme che la tragedia dello tsunami possa portare all’anarchia. Sono molti gli episodi di sciacallaggio già riportati dai media locali. Diverse famiglie sono tornate nelle proprie case per riappropriarsi dei pochi effetti personali sopravvissuti al disastro, nonostante il rischio di crolli.