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Investire ai tempi dell’inflazione. Dal versamento in unica soluzione ai piani di accumulo, le preferenze dei risparmiatori

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Quali sono le forme di investimento più diffuse al tempo dell'inflazione? Tutti i dettagli sulle preferenze dei risparmiatori.

Con un’inflazione tutt’altro che domata è più che evidente che la parte eccedente della liquidità in conto corrente, utilizzata per far fronte alle spese correnti, sia indirizzata verso vere forme di investimento più redditizie. In quest’ottica deve essere misurata la contrazione dei depositi dei conti correnti bancari che non dipende soltanto dalle ristrettezze economiche di tante famiglie ma anche dagli investimenti di liquidità dei risparmiatori, soprattutto verso fondi monetari o obbligazionari e altre forme di investimento finanziario più adatti a contrastare i rischi dell’inflazione per i risparmi. Per quanto riguarda il comparto privati il valore medio dell’investimento in fondi è pari a 40.000 euro circa: più contenuto per i sottoscrittori di fondi italiani, più alto per i sottoscrittori di fondi esteri. Il versamento in un’unica soluzione rimane la tipologia più utilizzata, sottoscritta dal 60% dei risparmiatori; il 35% circa investe invece per lo più tramite i piani di accumulo mentre il 5% in forma mista.

Gli investitori under 36 identificano nel piano di accumulo il proprio prodotto ideale di investimento: in effetti supera il 55% la quota dei sottoscrittori più giovani che investe tramite i PAC. Al contrario oltre il 70% dei Boomers, (e cioè i nati tra il 1946 e il 1964) sceglie di investire in un’unica soluzione. Nelle ultime settimane, guadagna ulteriore potenza lo slancio dei fondi obbligazionari che hanno attratto importanti masse da amministrare. In positivo anche gli azionari, per chi ha un profilo di rischio alto e un orizzonte temporale di lungo termine.

L’età media dei sottoscrittori di fondi comuni è 61 anni, con i Boomers che pesano per il 42% circa del totale. A seguire, la Generazione X (e cioè i nati tra il 1965 e il 1980) con il 28%, le generazioni più anziane (ultra 80enni) che rappresentano il 17 % e infine i risparmiatori più giovani , la cui partecipazione è più modesta e si attestano al 13% circa. È un dato, quest’ultimo, che dimostra che gli under 36 stanno gradualmente cominciando ad investire tramite i fondi comuni di investimento per entrare nei mercati finanziari. Malgrado ciò l’investitore tipo è un soggetto maturo con un’età media alquanto elevata e con possibilità di investire somme più importanti rispetto alle generazioni più giovani che tuttavia hanno ben cominciato ad operare. L’investimento varia quindi in base all’età: gli 80enni registrano gli investimenti più elevati, tra i 65.000 e i 75.000 euro. Seguono i boomers con una media di 50.000 euro, la Generazione x con 30.000 euro di investimento medio mentre la fascia più giovane si attesta intorno ai 15.000 euro. La metà circa del patrimonio appartiene ai Bommers, il 25% alla generazione più anziana, il 20% alla generazione X ed il rimanente ai sottoscrittori più giovani.