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Ipotesi terza dose vaccino: chi avrà la precedenza?

terza dose vaccino

La terza dose del vaccino anti-covid lanciato a Tel Aviv, ha aperto il dibattito nel mondo scientifico. In Italia chi avrebbe la precedenza?

La scelta di Israele ha aperto un dibattito nel mondo scientifico tra gli esperti dei vari paesi. Tante le questioni da valutare  per l’ eventuale somministrazione di una terza dose di vaccino.  A cominciare dalle categorie che dovrebbero avere la precedenza.

Terza dose di vaccino in Israele 

La variante Delta corre veloce nel mondo e Israele è il primo paese al mondo che – consigliato da un team di esperti –  ha previsto di somministrare una terza dose di vaccino Pfizer/BioNTech agli over 60 anni già vaccinati, a condizione che siano trascorsi oltre cinque mesi dalla somministrazione della seconda.

Terza dose di vaccino: lo studio della Pfizer

Tutto questo in base all’ipotesi di una diminuzione di efficacia del vaccino dopo sei mesi dalla somministrazione. Stat News riporta  che secondo uno studio di Pfizer in corso su più di 44.000 persone, l’efficacia del vaccino nel prevenire qualsiasi infezione da Covid-19 che causa anche sintomi minori è sembrato diminuire di una media del 6% ogni due mesi dopo la somministrazione.  Occorre però precisare che si tratta di dati  dati pubblicati in preprint non ancora sottoposti a peer-review.

Terza dose vaccino: il dibattito

La scelta di Israele, così come lo studio della Pfizer, hanno aperto il dibattito  sulla possibilità di un terzo richiamo del vaccino anti-covid per alcune categorie

Per ora, è giusto rimarcarlo, si tratta soltanto di ipotesi. O meglio, di un dibattito in seno al mondo scientifico, in attesa di ulteriori dati. Ma nel caso che anche in Italia si decidesse di procedere a una terza somministrazione quali dovrebbero essere le categorie ad avere la precedenza? 

Terza dose vaccino: le priorità

Innanzitutto non è detto che la terza dose sarebbe somministrata a tutti i cittadini che hanno già ricevuto le prime due. Il terzo richiamo infatti, potrebbe riguardare solo alcune categorie come le persone più fragili e gli immunodepressi. Categorie che ovviamente, dovrebbero comunque avere a prescindere la precedenza rispetto alle altre.

Ipotesi che si evince anche dalle parole del direttore prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza che rispondendo a una domanda sulla questione durante una conferenza stampa avrebbe affermato che:

“Probabilmente le persone immunodepresse potranno essere rivaccinate con un richiamo, un’unica dose, e c’è anche il Cts che si è espresso in questo senso. Per quanto riguarda le altre persone, i fragili e le persone più anziane per arrivare agli operatori sanitari, c’è una discussione anche in ambito europeo e ancora non si è arrivati a una decisione”.

Terza dose vaccino: ” dibattito rischioso “

Insomma, la questione è ancora aperta. Un dibattito che secondo Carlo Signorelli – ordinario di Igiene all’università Vita e Salute San Raffaele, past president della società italiana di Igiene (Siti) – è addirittura “rischioso”. In un’intervista al Corriere della Sera infatti ha affermato che “Il primo obiettivo di sanità pubblica è raggiungere con la doppia dose gli ultrasessantenni che ancora non le hanno ricevute e i giovani. Non possiamo permetterci in questa fase di distogliere l’attenzione dal bersaglio. Ecco il motivo per cui parlo di un pericolo”.

Una riflessione più che condivisibile,nel clima di veleno che sta caratterizzando nel nostro paese l’introduzione del Green Pass obbligatorio.