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Iran, Roya ha rifiutato il velo: "L'ho fatto per tutte le donne"

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Roya Hesmati ha sfidato le autorità dell'Iran rifiutando di indossare il velo: le parole dell'attivista

L’attivista Roya Hesmati era stata punita per aver diffuso una sua foto senza l’hijab, il tipico velo che le donne devono indossare in Iran. La ragazza si è presentata a volto scoperto anche lo scorso 3 gennaio, quando è stata flagellata.

Iran, velo rifiutato da una donna: la punizione per l’attivista

La giovane Roya era stata chiamata in quella che è stata definita una vera e propria ‘camera di tortura medievale‘ per affrontare la flagellazione inflitta nei confronti dell’attivista per aver diffuso una sua foto senza l’hijab. La ragazza, di fronte ai suoi aguzzini, ha deciso di sfidarli nuovamente, togliendosi ancora una volta il velo dal capo; una dipendente del tribunale, l’avrebbe però forzata a rimetterlo sulla tesa. “Accompagnata dal mio avvocato, sono entrata nell’ufficio del procuratore del Distretto 7 togliendomi deliberatamente l’hijab. Ignorando gli ordini dei funzionari, ho mantenuto la mia posizione – ha spiegato la ragazza su Facebook.

Iran, velo rifiutato da una donna: la flagellazione

“Il giudice mi ha chiesto se se stavo bene e io sono rimasta in silenzio, mostrando la mia resistenza” – ha proseguito ancora nel suo racconto – “Poi mi è stato ordinato di prepararmi per le frustate. Ho appeso il cappotto e la sciarpa, rifiutandomi di indossare l’hijab nonostante la loro insistenza. Quando sono iniziate le frustate, ho recitato in silenzio una poesia sulla liberazione e la resistenza. Nonostante il dolore, non lasciavo loro vedere la mia sofferenza”. Infine, la spiegazione del messaggio che ha voluto lanciare a tutte le donne: “Ho continuato a sfidare le loro richieste di indossare l’hijab, simbolo della mia ferma posizione contro l’oppressione. In nome delle donne, in nome della vita, le catene della schiavitù sono state spezzate”.