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Guerra in Medio Oriente, Israele espande le operazioni di terra su Gaza. Tajani: “Persi contatti con italiani nella Striscia”

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Israele ha annunciato di aver dato il via all’espansione delle operazioni di terra a Gaza: Hamas risponde lanciando missili contro lo Stato ebraico.

Si fanno sempre più violenti e sanguinosi gli scontri tra Israele e Hamas: nella notte, Tel Aviv ha dato inizio a una nuova espansione delle operazioni di terra nella Striscia di Gaza. In risposta, i miliziani hanno incrementato il lancio di razzi contro i territori dello Stato ebraico.

Israele annuncia l’espansione delle operazioni di terra a Gaza

Le truppe israeliane hanno avviato una terza incursione via terra a Gaza. A riferirlo è il Times of Israel che ha citato fonti palestinesi. Stando a quanto rivelato dalle fonti, dopo che le forze armate dello Stato ebraico hanno annunciato l’espansione delle operazioni, nell’enclave hanno fatto irruzione fanteria e mezzi corazzati, inclusi i carri armati. In questo contesto, le forze israeliane si stanno scontrando con i miliziani armati.

L’avanzamento delle truppe di Tel Aviv nella Striscia è stato confermato anche dal. Portavoce delle forze armate israeliane Daniel Hagari. “Nelle ultime ore abbiamo aumentato gli attacchi a Gaza. L’aviazione attacca ampiamente obiettivi sotterranei e infrastrutture terroristiche, in modo molto significativo”, ha detto Hagari, “In prosecuzione dell’attività offensiva svolta nei giorni scorsi, stasera le forze di terra ampliano l’attività sul campo”.

Espansone delle operazioni di terra di Israele a Gaza: i luoghi dello scontro

Nella notte tra venerdì 27 e sabato 28 ottobre, l’aviazione israeliana ha cominciato ad accanirsi contro obiettivi di Hamas situati nel nord della Striscia di Gaza. Secondo fonti palestinesi, si stanno verificando terribili scontri tra i soldati dell’Idf e i miliziani di Hamas tra la città di Beit Hanoun e il campo profughi di Bureij, entrambi nella parte meridionale del Paese.

La notizia è stata confermata dall’esercito israeliano che ha riferito che alcune truppe sono effettivamente impegnate nei combattimenti a Gaza. L’Idf, tuttavia, non ha voluto rivelare se con l’operazione lo Stato ebraico abbia deciso di dare il via a un’invasione di terra su vasta scala. Resta un dato di fatto, però, che l’esercito israeliano sta compiendo piccole incursioni nella Striscia da oltre 48 ore.

“Le nostre truppe e i nostri carri armati sono all’interno della Striscia di Gaza. Stanno sparando e stanno operando”, ha detto il maggiore Nir Dinar, portavoce militare. “Ma anche ieri le nostre truppe e i nostri carri armati erano all’interno di Gaza”, ha aggiunto, contattato dal New York Times.

Hamas: “Chiediamo a Hezbollah di intervenire”

L’escalation di violenza messa in campo da parte di Israele è sempre più evidente così come la determinazione dello Stato ebraico di distruggere Hamas e ogni minaccia provenga dai palestinesi. Nel tentativo di tenere testa ai raid e alle incursioni di Israele, Hamas si è nuovamente rivolto ad Hezbollah, chiedendo aiuto.

Un alto funzionare di Hamas, in particolare, ha chiesto a Hezbollah e agli altri alleati di assumere un ruolo più importante nel conflitto. Stando a quanto rivelato in un’intervista all’Associated Press, Ghazi Hamad ha affermato che “apprezziamo che Hezbollah stia lavorando contro l’occupazione, ma abbiamo bisogno di più per fermare l’aggressione a Gaza. Ci aspettiamo di più”.

Lo scorso mercoledì 25 ottobre, il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha incontrato alti funzionari di Hamas e della Jihad islamica palestinese. È quanto riferito dal gruppo libanese. Inoltre, l’ufficio stampa di Hezbollah ha diffuso una lettera scritta a mano da Nasrallah: nella sua prima dichiarazione diffusa dall’inizio della guerra, ha elogiato coloro che sono morti combattendo contro gli israeliani.

Hamas bombarda il sud di Israele

Con l’intensificarsi dei bombardamenti nel pomeriggio di venerdì 27, prima che Israele avviasse nuove incursioni via terra, le Brigate Al Qassam, ala militare di Hamas, ha reso noto che le città di Sderot e di Ashdod, nel sud del Paese guidato da Benjamin Netanyahu, e di Ashkelon sono finite nel mirino di “intense salve di missili”. La notizia è stata confermata dai corrispondenti della BBC ad Ashkelon e Sderot che hanno sentito le sirene antiaeree suonare.

Contestualmente, Hamas aveva riferito di essere “pronto” per una invasione israeliana di Gaza. “Se Netanyahu decidesse di entrare a Gaza stasera, la resistenza sarebbe pronta”, aveva detto Ezzat al-Rishaq, membro dell’ufficio politico di Hamas, su Telegram. “I resti dei suoi soldati saranno inghiottiti dalla terra di Gaza”. 

Tajani: “Abbiamo perso i contatti con gli italiani a Gaza”

Intanto, a seguito dei blackout e delle interruzioni delle comunicazioni causate dall’assenza di Internet a Gaza, il consolato italiano a Gerusalemme ha riferito di aver perso i contatti con gli italiani che si trovano nella Striscia. A comunicare la notizia è stato il ministro degli Esteri Antonio Tajani ai microfoni del Tg3.

Siamo in contatto con il consolato a Gerusalemme che a sua volta ha tenuto i contatti con i nostri connazionali fino a che sono diventati irraggiungibili. La nostra ambasciata al Cairo è pronta ad andare al valico di Rafah qualora si decidesse di fare uscire gli stranieri dalla Striscia di Gaza e da lì portarli nella capitale egiziana e poi in Italia”, ha detto il titolare della Farnesina.

Onu vota risoluzione per “volontaria tregua umanitaria”. Washington: “Necessaria”

Mentre lo scontro tra Hamas e Israele prosegue senza esclusione di colpi, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha votato, venerdì 27, una risoluzione che chiede una “immediata tregua umanitaria” tra le parti in causa. La risoluzione, approvata dalla quasi totalità dei votanti, è stata presentata dagli Stati Arabi e non è vincolante, a differenza di quelle del Consiglio di sicurezza, ma ha valenza politica.

Il testo è stato approvato con 120 voti a favore, 14 contrari e 45 astenuti. Tra i voti contrari figurano quelli di Israele e degli Stati Uniti d’America.

In serata, tuttavia, proprio da Washington è stata invocata a gran voce una tregua umanitaria. Dopo l’attacco di terra lanciato da Israele contro Gaza, la Casa Bianca ha fatto sapere di non voler commentare l’operazione. È quanto riferito dal portavoce John Kirby durante un briefing con la stampa.

“Gli Stati Uniti non sono interessati a un conflitto con l’Iran”, ha detto Kirby, facendo riferimento all’attacco americano portato nella notte tra giovedì 26 e venerdì 27 in siti in Siria legati alla Guardia rivoluzionaria islamica dell’Iran. Il portavoce, poi, ha precisato che gli Usa hanno chiesto a Israele “quali sono i suoi obiettivi, qual è la sua strategia e come tutto questo può finire” e ha aggiunto che Washington ritiene che “potrebbe essere necessaria una tregua umanitaria” per consentire l’arrivo a Gaza di acqua, cibo e carburante alla popolazione palestinese.