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Italiani scomparsi: ceduti dalla Polizia ai clan locali

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La vicenda dei tre italiani scomparsi assume tinte fosche: la Polizia Federale batte la pista di una scambio tra Polizia e clan locali.

Secondo quanto riporta il sito Leggo.it, la Polizia Federale messicana, alla base del caso dei tre italiani scomparsi, potrebbe esserci la polizia locale di Tacalitlan. Si tratta di una ipotesi assai ardita, ma che potrebbe, se vera, risolvere almeno una parte del caso. Al momento la Polizia Federale ha arrestato tre poliziotti della cittadina messicana. Unico latitante il capo dei tre arrestati, il comandante Hugo Enrique Martínez Muñiz, che da due giorni si è reso irreperibile. Le indagini asseriscono che Muñiz avrebbe fermato Raffaele Russo, il figlio Antonio e il nipote Vincenzo Cimmino. Fatto questo, li avrebbe poi consegnati ad alcuni esponenti di un clan malavitoso della zona di Tacalitlan.

Se le indagini della Polizia Federale dovessero rivelarsi vere, la questione assumerebbe delle tinte davvero cupe e inquietanti. All’arrivo del Nucleo Investigativo della SEIDO (corpi speciali in indagini sulla criminalità organizzata) 33 agenti della polizia locale di Tacalitlan sono sotto inchiesta. Le loro armi poste sotto sequestro in quanto sospettati di aver avuto parte al sequestro che ha interessato i tre italiani scomparsi. Si tratta di una situazione davvero paradossale, dove i tutori della legge si trasformano in mercenari al soldo dei mafiosi.

I tre italiani scomparsi

Sono passati oltre i 20 giorni dalla loro scomparsa. Diverse le ipotesi formulate dai familiari delle vittime: tra queste c’era anche l’idea che fossero finiti in carcere. Il timore è che i tre fossero stati scambiati per camorristi in missione all’estero. Tant’è che la procura Messicana aveva chiesto i precedenti penali dei tre connazionali. Ma nulla di concreto era venuto fuori fino a questo momento.

I familiari delle vittime hanno da diverso tempo lamentato una lentezza esasperante nella conduzione delle indagini da parte delle autorità messicane. Secondo quanto riportato da Leggo.it, il procuratore capo di Guadalajara (Jalisco, Messico) aveva fino ad ora ignorato le indicazioni dei familiari riguardanti il possibile coinvolgimento della polizia locale, concentrandosi sulla fedina penale dei tre. Alla luce di quanto appreso da Leggo.it, pare che le cose siano cambiate, dato il commissariamento della polizia di Tacalitlan. Cosa ha fatto cambiare idea al procuratore capo? Quali inquietanti elementi sono venuti alla luce dalle indagini?

Commissariamento

Il commissariamento della polizia locale di Tacalitlan è avvenuto in data 21 Febbraio 2018. Decine di agenti della SEIDO hanno preso il controllo del commissariato, sequestrando le armi alla polizia locale. I 33 agenti di Tacalitlan sarebbero stati richiamati dal Comando generale dello Stato di Jalisco per un corso di “formazione e aggiornamento”. Questa è almeno la scusa ufficiale. L’intento dell’operazione è quello di allontanare i poliziotti collusi dal territorio di Tacalitlan. Dei 33 richiamati solo 18 si sono presentati al Comando generale: i restanti 15 si sono dileguati nel nulla. Tra questi latitanti c’è il comandante della polizia locale Hugo Enrique Martínez Muñiz, resosi irreperibile agli agenti federali. L’ipotesi ventilata è che i tre italiani scomparsi siano stati venduti a uno dei clan armati della regione.