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L’analista dell’Estonia: “Bastano due ore di treno e il paese sta per schierarsi con Putin” 

L'analista Tomas Jermalavicius

La polveriera Estonia che è vicina alla Russia ed ha un 30% di "concittadini" di Putin: “Bastano due ore di treno, il paese sta per schierarsi con Putin” 

L’analista dell’International Centre for Defence and Security dell’Estonia Tomas Jermalavicius non ne ha fatto mistero: “Bastano due ore di treno e il paese sta per schierarsi con Putin”. Anche se solo in maniera prospettica il 45enne esperto di sicurezza militare ha disegnato un quadro fosco: “Dopo l’invasione della Crimea il governo ha preso a minimizzare i problemi con la minoranza russa in Estonia, che qui rappresenta il 30% della popolazione”.

L’Estonia che cova: “Bastano due ore di treno”

Poi ha aggiunto Jermalavicius: “Tuttavia il gap economico esiste, le scuole in cirillico performano peggio delle altre e il Cremlino si serve del disagio per pompare disinformazione, fake news, le teorie cospirative che minano la coesione nazionale”. E cosa significa? Che dopo l’invasione dell’Ucraina questa incubatrice sociale di malumore è andata su temperature più alte, quasi critiche. L’Estonia, come scrive La Stampa e riporta Libero, “siede sulla mina sociale di un’identità potenzialmente rivendicativa e bastano due ore di treno per raggiungere Narva, il Donbass locale, l’estremo avamposto d’Europa sul confine russo”. 

“Senza la Nato saremmo carne da macello”

Esemplari le parole della sindaca Katri Raik: “I residenti estoni sono trattati tutti allo stesso modo, non importa la loro nazionalità o il colore del passaporto, l’importante è la lealtà e la consapevolezza di vivere in uno stato di diritto”. Ma Jermalavicius ha chiosato: “Senza l’Alleanza Atlantica saremmo carne da macello, l’offensiva di Putin è il frutto di un decennio di compiacenza dell’Occidente che si è fatto corrompere dai russi”. E i numeri parlano chiaro: il 5 marzo a sostegno di Kiev sono scesi in piazza 30 mila cittadini su 400 mila abitanti.