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L’OMS raccomanda il Regeneron, trattamento anti covid a base di monoclonali usato per Trump

Il Regeneron gode della fiducia dell'Oms

L’OMS raccomanda il Regeneron, trattamento anti covid a base di monoclonali usato per curare con successo Donald Trump ad ottobre del 2020

L’OMS raccomanda il Regeneron, il  trattamento anti covid a base di monoclonali che combina due principi attivi  usato per curare Donald Trump quando ad ottobre del 2020 contrasse il coronavirus. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha quindi reso ufficiale il suo “placet” scientifico ad un farmaco specifico per curare il Covid-19.

Perché l’OMS raccomanda il Regeneron “di Trump”: due fattori combinati molto efficaci

Ed è proprio quel Regeneron che è il frutto della combinazione di due anticorpi monoclonali il casirivimab e l’imdevimab, con cui  l’allora capo della Casa Bianca Donald Trump venne curato dopo il ricovero a causa dell’infezione. Il regeneron è da molto tempo nel range di gradimento dell’OMS. 

Il Regeneron usato per Trump, l’OMS lo raccomanda: ecco gli altri farmaci utili

Ed è in compagnia molto ristretta di altri farmaci fra cui “gli inibitori del recettore dell’interleuchina IL-6 come il tocilizumab o sarilumanb,  i corticosteroidi sistemici come il desametasone che “abbatte del 30% della mortalità e il più noto antivirale remdesivir, anche se nel caso di quest’ultimo la raccomandazione dell’OMS è subordinata all’ospedalizzazione dei pazienti. Era stato uno studio pubblicato sul The British Medical Journal a dare disco verde al farmaco, un report scientifico molto attendibile dal titolo “Antibody and cellular therapies for treatment of covid-19: a living systematic review and network meta-analysis”. 

Lo studio canadese grazie al quale l’OMS raccomanda il Regeneron che guarì Trump

A condurlo i ricercatori guidati dal professor Reed Siemieniuk dell’Università McMaster di Hamilton, in Canada. Quello studio aveva previsto l’analisi dei dati di 47 studi sui trattamenti anti Covid e il risultato pare cristallino: la combinazione di casirivimab e imdevimab è oggettivamente in grado di ridurre il rischio di ospedalizzazione.