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La linea "dura" della destra italiana contro il diritto all'aborto

La premier Giorgia Meloni

Giorgia Meloni non ha toccato affatto la legge 194 ma esiste comunque una linea "dura" della destra italiana contro il diritto all'aborto

Ci sono episodi e proposte che ne dimostrano esistenza ed operatività: è la linea “dura” della destra italiana contro il diritto all’aborto che, come spiega Fanpage, tra cimiteri dei feti e fondi “per la vita” ha connotato l’azione politica dello schieramento. Il dato di partenza è che Giorgia Meloni sul tema ci ha fatto campagna elettorale ma in maniera “soft” ed ha ripetuto che non avrebbe toccato la 194, la legge sull’aborto. Tuttavia la destra ha messo in campo mezzi paralleli per contenere l’interruzione volontaria di gravidanza.

Linea “dura” della destra contro il diritto all’aborto

Si va dalle mozioni “per la vita” ai cimiteri dei feti, dalle leggi regionali pro associazioni antiabortiste ai fondi per non abortire. Dove sta “sbagliando” l’opposizione? Nel “limitarsi” agli appelli per il rispetto di una legge che nessuno ha toccato ma che molto stanno scalfendo ai fianchi. Il campo di battaglia è a livello locale, come in Piemonte, dove l’assessore di Fratelli d’Italia Maurizio Marrone aveva provato a opporsi alle nuove linee guida sull’aborto farmacologico.

Lo stanziamento più che raddoppiato in Piemonte

Nel 2022 la Regione aveva stanziato 400mila euro per il “fondo vita nascente”, presentato come un contributo per le donne in difficoltà economica che decidono di non abortire. Attenzione: ad aprile del 2023, la Regione ha raddoppiato il fondo, portandolo a 1 milione di euro. O come in Puglia, dove l’assessora al Welfare Rosa Barone, del Movimento 5 Stelle, aveva firmato una delibera. Su cosa? Sul sostegno economico di 5mila euro per le maternità difficili. E in difesa dell’iniziativa erano intervenuti Matteo Salvini e il Forum delle associazioni familiari.