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La protesta dei macellai italiani: “Associarci a Putin è offensivo”

I macellai non vogliono più essere accostati a Putin

Il trevgiano Cesare De Stefani incarna la protesta di moltissimi macellai italiani che non vogliono accostamenti: “Associarci a Putin è offensivo”

Tiene banco fra le questioni “marginali” del conflitto in Europa la protesta dei macellai italiani che spiegano: “Associarci a Putin è offensivo”. L’uso di quel termine per definire le nefandezze russe della guerra in Ucraina non fa onore alla categoria e la categoria ha deciso di farlo notare con veemenza. Insomma, quell’accostamento di parole che proprio non piace ai macellai che fanno un lavoro stimato e in particolare dopo le nefandezze di Bucha e il ritorno in auge di quel termine per definire il capo del Cremlino non è stato affatto gradito. 

I macellai: “Associarci a Putin è offensivo”

A Repubblica il macellaio trevgiano Cesare De Stefani ha detto: “Adesso basta, siamo stanchi di essere associati a Putin e ai suoi crimini”. Quel termine, “macellaio”, utilizzato in tono dispregiativo crea una sorta di raffronto linguistico e concettuale che ha fatto arrabbiare i macellai veri. Ha spiegato De Stefani: “Mi sono confrontato con i colleghi e abbiamo deciso di dire basta all’uso improprio della parola macellaio”. 

“Galeotto fu Joe Biden”

E ancora: “Veniamo costantemente associati a Putin e alle sue barbarie e questo ci offende profondamente. Il nostro è un lavoro che prevede preparazione e conoscenza, associarlo a chi ammazza in quel modo è inaccettabile”. La chiosa di De Stefani è stata per puntualizzare quando quell’accostamento è stato tenuto a battesimo: “Il primo a usare questa parola in modo improprio è stato Joe Biden, il presidente degli Stati Uniti”.